Patrono di Cingoli.

Nacque ad Osimo (AN) nel 1040. In giovane età si ritirò nel monastero benedettino di S. Maria di Storaco presso Filottrano (AN). Nel 1072 figura per la prima volta come vescovo di Foligno, succeduto ad Azzo, nello strumento di donazione del conte Ugo a S. Mainardo, in seguito fondatore dell'abbazia di S. Croce di Sassovivo. Nel novembre del 1078 dona "pro remedio anime" ai canonici della cattedrale la metà delle offerte dei fedeli insieme con la metà del chiostro, fondi rustici e varie chiese; tra queste figura anche la pieve di Roviglieto, il cui altare sarebbe stato consacrato nello stesso anno da Bonfiglio. Di tali donazioni è rimasto un atto ufficiale nell'archivio capitolare di Foligno e datato 3 novembre 1078.

Tra il 1096 e il 1104 partecipa alla prima crociata in Terrasanta dove si trattiene per qualche anno in vita contemplativa. Questo periodo della sua vita di eremita-pellegrino in Terrasanta, il ritorno, la visita a Pasquale II che, credutolo morto, nel 1110 gli aveva dato Andrea come successore sulla cattedra di Foligno, la rinuncia definitiva alla diocesi e il ritorno alla sospirata vita eremitica prima nei luoghi della sua giovinezza, a Storaco, poi a S. Maria di Fara presso Cingoli, fino alla morte sopraggiunta il 27 settembre 1115, sono notizie che, insieme con l'immancabile contorno di edificazione, si leggono nella Vita sancti Bonfilii, scritta dal suo concittadino S. Silvestro Guzzolini (Osimo 1177 - Montefano di Fabriano 1267), fondatore dell'Ordine dei Silvestrini.

Quando Bonfilio, lasciato il chiostro di S. Maria di Storaco, decise di ritirarsi a vita eremitica scelse la "remota convalle excelsis montibus circumdata" su cui sorgeva l'antico oratorio di S. Maria della Fara, fondato in un periodo imprecisato tra la seconda metà del VI e l'inizo del IX secolo da un gruppo di stirpe longobarda, passato poi alle dipendenze del monastero benedettino di S. Maria di Storaco. In tale luogo Bonfilio passò il resto della sua vita e proprio dirimpetto all'antico oratorio ne venne inumato il corpo. Con il passare degli anni però, sia l'oratorium, sia la tomba del santo caddero gradualmente in abbandono. Non subì invece la stessa sorte la devozione tributatagli dai cingolani.

Il culto di San Bonfilio conobbe anzi un periodo di rinnovata ampia fortuna a partire dallo spazio di tempo che può essere collocato tra la metà e la fine del secolo XII, quando, almeno stando alla tradizione agiografica, in conseguenza di un avvenimento miracoloso, avente per protagonista un giovane infermo figlio di un "rusticus" della vicina Isola degli Orzali, ne fu rinvenuta la tomba, totalmente coperta dalla vegetazione. Il piccolo e oramai diroccato oratorio di S. Maria della Fara divenne dunque in seguito al miracoloso rinvenimento meta di frequenti pellegrinaggi da parte dei fedeli che vi si recavano per pregare e onorare il santo. E' in tale episodio probabilmente che va individuato il termine post quem, oltre che della formazione e diffusione del culto di San Bonfilio in terra cingolana, dell'avvio della tradizione toponomastica indicante come "valle di S. Bonfilio" la zona boscosa nella quale sorse l'oratorio di S. Maria di Fara.

Il numeroso e crescente afflusso di fedeli spinse probabilmente le autorità ecclesiastiche a rinnovare e forse a ingrandire l'antico edificio sacro. Tale ricostruzione è inoltre lecito pensare coincise anche con l'affermarsi della tradizione toponomastica, già consolidata come si è detto all'alba del secolo XIII, indicante come "ecclesia S. Bonfilii" (chiesa di S. Bonfilio) la precedente S. Maria di Fara.

Il primo giugno del 1631 il corpo del santo venne traslato nella chiesa di S. Benedetto in Cingoli.

 

 

San Bonfilio, particolare del polittico di  Giovanni Antonio da Pesaro, Madonna con Bambino in trono e angeli, Santa Caterina d'Alessandria, San Pietro, Sant'Esuperanzio, San Bonfiglio, Crocifissione di Cristo, Santi, metà XV sec. (foto tratta dal web)

 

 

Sepolcro di S. Bonfilio, particolare, chiesa di S. Benedetto (foto del 27/2/2010)

 

 


Fonte:

Bonfiglio, santo in "Dizionario Biografico degli Italiani", Treccani, Volume 12 (1971)

L. Pernici, L’insediamento della congregazione silvestrina in Cingoli, Cingoli 2007, pp. 13-17

 

 


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