
Erudito. Cingoli 16/8/1820
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Filippo Raffaelli nacque a Cingoli
il 16 agosto del 1820 dal marchese Fedele e dalla contessa
Orsola Gessi di Faenza.
Come il suo bisnonno
Francesco Maria, anche lui fu un "cultore della memoria
locale e familiare, dedito a studi storico-eruditi su monumenti,
istituzioni, personaggi illustri nei quali non mancò di
richiamare l’attenzione sull’importanza e sul pregio della
Biblioteca di famiglia, ricca a suo dire di ben 24.000 volumi
(...). Nonostante il titolo nobiliare egli non riuscì mai a
conquistare un ruolo compatibile con il prestigio, con lo stile
di vita e con le ambizioni che gli venivano dal suo status e,
abbandonate le vesti aristocratiche del ‘letterato
tradizionale’, si piegò di necessità a fare il ‘letterato
professionista’. Dovette accettare l’incarico di bibliotecario
prima alla Mozzi-Borghetti di Macerata e poi alla comunale di
Fermo, vedendo peraltro ripetutamente frustrati i tentativi di
ottenere riconoscimenti più prestigiosi ed economicamente più
remunerativi [bibliotecario presso le biblioteche di Cesena,
del Senato e di Pavia] per i quali ormai, più che
l’appartenenza cetuale al patriziato, servivano i titoli
accademici di cui non era in possesso
(G. Granata, Tracce di una
'antica ed importante' Biblioteca: la Biblioteca dei Marchesi
Raffaelli di Cingoli, pp. 14-15).
Per quanto riguarda, poi, la
condizione economica della famiglia Raffaelli a metà Ottocento,
i dati disponibili attestano un modesto possesso fondiario. Dal
catasto gregoriano di Cingoli si rileva che Filippo ed i suoi
fratelli Francesco e Girolamo avevano in enfiteusi dalla Mensa
vescovile di Cingoli 202,20 tavole di terreno per 130,46 scudi
di estimo (una tavola corrispondeva a 1000 metri quadrati, M.
Maran (a cura di), C. Vecchiarelli, Esposizione dei segni e
dei pesi farmaceutici. Ragguagli delle misure locali delle
Piazze di Cingoli, Macerata e S. Severino nonchè delle monete
Papali con le Italiane del farmacista, 1860, Cingoli 1982,
p. 28). Un possesso piuttosto modesto se lo si confronta con i
beni intestati al padre Fedele che, secondo il catasto piano del
1783, avevano un valore di 5165,37 scudi.
Non è da escludere "che i
Raffaelli fossero proprietari di terre situate in altri Comuni o
di beni mobili. Tuttavia, anche se la famiglia, sette fratelli
viventi al momento della morte della madre nel 1833, poteva
contare su una rendita fissa, essa non doveva essere vistosa.
Parrebbe indicarlo anche il fatto che, contrariamente alla
consuetudine delle famiglie dell'élite possidente di far
studiare i propri rampolli presso prestigiosi collegi fuori
regione, come il Montalto di Bologna, Filippo rimase nella
Marca" (D. Fioretti, Per
una storia sociale della cultura dell'Ottocento. Note sul
marchese Filippo Raffaelli, pp. 337-338).
Raffaelli seguì le lezioni di
retorica nel 1839 presso il collegio Campana di Osimo, ottenendo
anche la medaglia d'argento, e l'anno seguente nel ginnasio di
Cingoli. A Fabriano, negli anni 1839-1841 seguì le lezioni di
filosofia, di fisica e di matematica. Ottenne i baccalaureati in
filosofia e in
utroque iure conseguiti presso l'Università di Macerata
rispettivamente nel 1841 e 1842. Non continuò gli studi ma
preferì seguire quella che era la tradizione familiare e si
dedicò a coltivare i propri interessi eruditi che lo portarono
alla pubblicazione di numerose opere su vari argomenti.
Nei suoi studi poté contare
sull'appoggio e sui suggerimenti del suo precettore di
metafisica e fisica del ginnasio di Fabriano, il cavalier
Camillo Ramelli. Ed è forse da lui che Raffaelli derivò i suoi
variegati interessi, filologici, letterari, artistici, storici
ed anche statistici. E furono proprio le sue conoscenze in fatto
di statistica che gli consentirono di far parte della
commissione municipale incaricata dei lavori per il censimento
del 1853 e di essere nominato membro della Giunta comunale di
statistica nel 1861.
"Sarà quindi superfluo aggiungere
che Filippo Raffaelli consacrò tutta la sua vita e la sua
ricchezza a studi e ad opere che tornassero di utilità alle
arti, alle scienze, alla storia. E monumenti e uomini delle sue
Marche hanno trovato in lui un fine critico e storico; e
preziosi cimeli bibliografici, il loro illustratore. Per non
dire che di questi, ricorderemo il Saggio dedicato a un
esemplare della rarissima edizione principe della lettera di
Cristoforo Colombo scoperta nella Biblioteca Comunale di Fermo
(Le Monnier, Firenze, 1888); l'illustrazione e saggio di
varianti di un codice dei Trionfi del Petrarca esistente pure
nella Biblioteca Comunale di Fermo (Stamp. Paccasassi, Fermo,
1874). E più significative ancora e migliori rivelatrici delle
sue idee intorno alle biblioteche e dei suoi propositi di
propaganda bibliografica, ecco una Relazione con quadro
statistico del numero dei lettori che frequentarono la
Biblioteca Comunale di Fermo dal 1° gennaio al 31 dicembre 1884
con i l numero delle opere date in lettura (Tip. Paccasassi,
Fermo, 1885) e una Relazione sul movimento scientifico e sulle
condizioni della Biblioteca di Macerata (Tip. Bianchini.
Macerata, 1868)"
(G. Galeazzi, Di una biblioteca
patrizia marchigiana e della sua dispersione, p. 50).
A sostegno della sua intensa
attività di studio vi era la biblioteca privata, custodita nel
palazzo di famiglia, e che i suoi avi e prozii, Francesco
Maria, mons. Filippo, il priore Anton Angelo, il canonico don
Eurialo, l'oratoriano padre Raffaele, avevano ampliato fino a
farla diventare una delle biblioteche private più importanti
della Marca.
Egli arricchì la biblioteca con
una collezione di circa 35.000 autografi che mise insieme con
notevole dispendio di risorse ed energie pubblicandone il
catalogo nel 1871. Sia nella dedica iniziale rivolta allo
studioso sanseverinate Severino Servanzi Collio che
nell'introduzione sono ben spiegati i motivi che spinsero
Raffaelli ad intraprendere questa onerosa raccolta. "Vi confesso
il vero, mio onorando e rispettabile Signore ed Amico, che
l’amore e venerazione insieme da me sempre nudrita verso gli
studi storici, e paleografici mi hanno fatto vincere qualsiasi
difficoltà per raccogliere, abbenchè quasi mai mi sia
allontanato da piccola città di provincia, e non abbia
intrapreso viaggi allo scopo, tanti e cosi svariati cimeli di
epoche, di paesi, e di lingue tanto disparati, e che spesso si
vendono a prezzi favolosi. Io fui sempre del fiero volere del
grande tragico Astigiano, per cui VOLLI, sempre VOLLI, e
fortissimamente VOLLI"
(F. Raffaelli, Al chiarissimo e
Nobil Uomo Commendatore Severino Conte Servanzi Collio, in
Catalogo ragionato ed illustrato della privata raccolta di
autografi).
"Questa nostra Collezione nacque
meglio dal caso, che da determinato proposito nel Maggio del
1855. Si destò in me questa passione, se tale può dirsi di
raccogliere autografi, dopo di avere visitato in Roma le belle e
ricche raccolte del dottissimo P. Alessandro Checcucci delle
Scuole Pie, e dei signori fratelli Angelini. Secondato e
coadjuvato da questi, non che dall'amorevolezza dei signori, che
nomino a titolo di onore e di grato animo Cavaliere Senatore
Luigi Cibrario, Cavaliere Damiano Muoni, dottor Egidio Francesco
Succi, Michelangelo Gualandi, Marchese Giuseppe Campori,
Marchesa Alessandrina D’ Azzeglio in Ricci, Conte Cavaliere
Ernesto Tambroni Armareli, Monsignor Giuseppe Antenelli,
Giovanni Ghinassi, ed altri benevoli amici, mi fu dato in breve
di porre insieme una eletta Raccolta di Autografi, dalla quale
scevrai poi tutti i duplicati, che in N. di 527 con la mezzanità
del mio onorevole amico M. Charavay, ma con poca avvedutezza
mia, confesso il vero, posi in vendita a Parigi nel Novembre del
1863.
Se il successo di quella vendita,
dalla quale si cavarono Fr. 4084, per non essere stato gran
fatte lusinghiero, anzi cagione di gravi amarezze, dovea
distormi dal proseguire a fare acquisti, dal frugare fra
abbandonate carte condannate a far vesti alle acciughe,
dall'importunare amici e conoscenti, dall’ aprire corrispondenze
con collettori Italiani e Stranieri, tutt’altro da me si fece ed
operò. Raddoppiai di attività, estesi le mie relazioni e
ricerche non per vana ambizione di potere gareggiare con i
principali collettori d'ltalia, ma per culto e venerazione a
quegli insigni uomini, che vergarono quelle Lettere e Documenti,
e per apportare utilità alle scienze, alle lettere, alle arti,
ed agli studi storici e diplomatici (...).
Ma il vero incremento si ebbe la
mia Collezione in questi ultimi anni con l’acquisto di 392
scelti Autografi della Collezione Antonelli di Ferrara; delle
Lettere autografe dirette al Filologo Milanese dottor Giovanni
Gherardini; dell’intera Collezione dell’ eruditissimo Professore
Francesco Longhena ricca di 1803 autografi; di quella di
Giuseppe Vallardi, che ne contava 118, della preziosa, e
numerosa insieme di Michelangelo Gualandi, ed alla perfine
dell’importantissimo carteggio del celebre bibliografo Livornese
Gaetano Poggiali" (F.
Raffaelli, Catalogo ragionato ed illustrato della privata
raccolta di autografi, pp. VII-IX).
Dopo l'esperienza alla biblioteca
Mozzi-Borgetti di Macerata, dove ricoprì la carica di
vice-direttore dal 1 luglio 1866, si trasferì a Fermo «non senza
però grave trepidazione di animo, conoscendo quanto difficile e
delicata cosa si fosse lʹincarico, che andava assumere"
(F. Raffaelli, Relazione sul
valore approssimativo della Biblioteca De Minicis);
il 19 febbraio del 1872 fu nominato, infatti, bibliotecario
comunale a Fermo, con uno stipendio annuo di 1200 lire e con
l'uso di una modesta abitazione.
Nella monografia del 1890,
Raffaelli ricorda come, in qualità di nuovo "Direttore e
Bibliotecario, dopo di avere curato il trasporto dei libri già
De Minicis, die' opera faticosa e lunga allo riordinamento ed
alla registrazione per ischede della intera e ricchissima
suppellettile dello Stabilimento, il quale trovavasi in istato
ben deplorevole ed a catafascio (...) Entrato lo scrivente nella
carica di Bibliotecario il 1 Aprile 1872, trovò disordinata e
sossopra la Biblioteca in modo che il catalogo Sabbioni non
rispondeva più alla posizione topografica in essa notata. Sembra
che tale disorganizzazione fosse avvenuta anche precedentemente
al Bibliotecario Mecchi, poiché questi con l'aiuto ed assistenza
dell'egregio Sig. Alessandro Marini incominciò a fare nuovo
Catalogo a Schede, le quali, dispiace il dirlo, di assai poco
giovamento esse riuscirono, perché non compilate a seconda dei
Sistemi moderni di catalogazione prescritti e dal Gar, e dal
Mira, non che da altri reputati manualisti bibliografici"
(F. Raffaelli, La biblioteca
comunale di Fermo. Relazione storica, bibliografica, artistica,
con documenti, appendice, pianta topografica e prospettica).
Nel 1872 effettuò un’accurata
stima della biblioteca familiare dei De Minicis in vista di una
sua acquisizione da parte della biblioteca di Fermo.
Fu tra i fondatori e presidente
della Società storico-archeologica delle Marche istituita a
Fermo nel 1873. Anche il Raffaelli, membro della Consulta
Araldica fin dal 1874, collaborò agli studi di araldica che
proliferarono nell'ultimo quarto del XIX secolo. Da segnalare a
tal proposito i suoi quattro volumi manoscritti con gli stemmi
di illustri personaggi che svolsero importanti incarichi nella
Marca e delle famiglie cingolane.
Nella vita e nell'attività di
Filippo Raffaelli si possono ravvisare tutti quegli elementi che
caratterizzarono una determinata fase della storia italiana,
quella che la Fioretti indica come "un'età di transizione (...)
da una società ascritta, corporata ad una tendenzialmente
meritocratica ed individualistica e, insieme, dall'antico al
nuovo regime letterario dove tende ad affermarsi il nuovo
letterato di professione" (D.
Fioretti, Per una storia sociale della cultura
dell'Ottocento. Note sul marchese Filippo Raffaelli, p.
362).
"Del mecenate il Raffaelli ha l'animus,
l'inclinazione a spendersi e a spendere generosamente del suo
per la promozione delle lettere, ma non le indispensabili
possibilità economiche. Di famiglia non ricca e con un
patrimonio relativamente modesto, messo alla prova dalle spese
per le pubblicazioni, per l'acquisto degli autografi e da quelle
affrontate per la splendida raccolta degli stemmi, si trovò per
di più ad affrontare una delicata situazione familiare e a
sostenere l'impegno di allevare e far studiare due nipoti
orfani.
E' in questo contesto di
difficoltà che si spiega la decisione del marchese, certamente
sofferta, di mettere in vendita una parte della sua biblioteca.
E si spiega anche la pressante ricerca di un lavoro meglio
retribuito, specialmente negli anni successivi all'Unità. Tutti
questi elementi concordano nel comporre un quadro carico di
difficoltà oggettive che precludono o, quanto meno, rendono
difficili pratiche mecenatesche ed anche il mantenimento di uno
stile di vita analogo a quello degli avi. Per essi, letterati
aristocratici di antico regime, la pratica delle lettere era
tradizionalmente un complemento dell'esistenza nobiliare,
importante si, ma comunque secondario rispetto ad altre funzioni
primarie, ad esempio, politiche.
Per Filippo Raffaelli, che vive
nella stagione in cui la nobiltà patriziale è giuridicamente
morta, non è più così: le lettere, e più precisamente il settore
filologico-erudito degli studi umanistici, rappresentano
l'attività primaria affiancata da una professione, quella di
bibliotecario, ad essa strettamente collegata. La nascita,
l'educazione, l'ambiente in cui si è formato lo spingono verso
un approccio alle discipline storiche disinteressato,
dilettantesco e dilettevole, proprio degli eruditi aristocratici
di un tempo; la forza delle circostanze lo spinge verso un altro
tipo di approccio, più utilitaristico, funzionale alla carriera"
(D. Fioretti, Per una storia
sociale della cultura dell'Ottocento. Note sul marchese Filippo
Raffaelli, pp. 361-362).
Opere di Filippo Raffaelli
F. Raffaelli, Relazione degli oggetti di Belle Arti che si
trovano in Cingoli e sua Diocesi, ms. della metà del XIX secolo
conservato nella Biblioteca comunale Ascariana di Cingoli
F. Raffaelli, Del venerabile monastero di Santo Spirito in
Cingoli cenni storici di Filippo de' Marchesi Raffaelli,
Benedetto Ercolani Impr. Vesc., S. Severino 1844
F. Raffaelli, Raccolta di lettere inedite d'illustri Italiani
del secolo XVIII pubblicata ed annotata per cura del marchese
Filippo Raffaelli di Cingoli socio onorario della patria
Accademia degli Incolti e dei Risorgenti di Osimo, presso
Benedetto Ercolani impr. vesc., Sanseverino 1846
F. Raffaelli, Della fedeltà dei cingolani alla santa Sede
Apostolica dalla caduta del regno dei Longobardi sino alla metà
del secolo XIX, Macerata 1850
F. Raffaelli, Al reverendissimo signore D. Luigi Cecchi XVII
arciprete della chiesa cattedrale di Cingoli sua patria nel
giorno della sua prima messa questa narrazione sopra la dignità
arcipresbiteriale e serie degli arcipreti cingolani a segno di
verace stima ed esultanza, Tolentino 1851
F. Raffaelli, Su la vita e su gli scritti del canonico
Giuseppe Antonio Vogel: commentario storico, Tip. Morici e
Badaloni, Recanati 1857
F. Raffaelli, Sul quadro sinottico delle industrie dello
stato pontificio compilato dal signor Erasmo Fabri Scarpellini
alcune osservazioni del marchese Filippo Raffaelli de' signori
di Colmurano, Tipografia Babaloni, Recanati 1858
F. Raffaelli, Serie cronologica
dei consoli, dei giudici, dei vicarii, dei signori, e dei
podestà di Fabriano dal secolo XII all'anno 1607 e dei
governatori prelati e secolari dal 1610 al 1859, tipografia
Badaloni, Recanati 1859
F. Raffaelli, Alcune lettere
del Santo cardinale Carlo Borromeo: nuovamente edite ed annotate
per il marchese Filippo Raffaelli, socio de varie accademie
italiane e straniere, Pei Tipi di Adolfo Ercolani, impr.
vesc., Cingoli 1860
F. Raffaelli, Sulla propositura e sui proposti della chiesa
cattedrale di Cingoli: narrazione storica biografica corredate
di note, tip. Alessandro Mancini, Macerata 1864
F. Raffaelli, Pel maritaggio di
Messer Alessandro Onori con Maria figliuola di Paolo Manuzio
lettere inedite di Paolo Manuzio e di Gio Battista Florio
stampate per la prima volta ed illustrate dal march. Filippo
Raffaelli, Tip. Cortesi, Macerata 1864
F. Raffaelli, Stemmi dei
Rettori, Legati, Vicelegati, e Governatori della Marca d'Ancona
non che dei Delegati, Presidi e Prefetti della Provincia di
Macerata dal 1198 epoca della sua riassunzione fatta dal
pontefice Innocenzo III a tutt'oggi, ms. in tre volumi,
Biblioteca Benedettucci di Recanati
F. Raffaelli, Sunto istorico ed
attuale condizione dell'antico archivio dei rettori della Marca
di Ancona e della Rota maceratese, Macerata 1866
F. Raffaelli, Di alquanti monumenti singolari esistenti nella
provincia maceratese: memoria descrittiva per il marchese
Filippo Raffaelli, Macerata 1869, p.12
F. Raffaelli, Catalogo ragionato ed illustrato della privata
raccolta di autografi italiani e stranieri di documenti storici
che si posseggono dal marchese Filippo Raffaelli di Cingoli,
Parte prima, dalla tipografia di A. Mancini, Macerata 1871
F. Raffaelli, Oggetti di remota
antichità presentati al congresso preistorico a Bologna dal
March. Filippo Raffaelli, Regia Tipografia, Bologna 1871
F. Raffaelli, Sulla necessità di una coordinazione degli
studi preistorici. Memoria presentata all'illustre M. D'Omalius
D'Halloy, Presidente del Sesto Congresso Internazionale
d'Antropologia e di Archeologia preistoriche convocato a
Bruxelles nell'agosto 1872 ed ai Dotti Scienziati di detto
Congresso dal Cav. Filippo March. Raffaelli, Fermo 1872
F. Raffaelli, Relazione sul
valore approssimativo della Biblioteca De Minicis, Fermo
1872
F. Raffaelli, I sigilli del Comune di Cingoli, “Periodico
di numismatica e sfragistica per la storia d'Italia”, Firenze
1874, vol. VI, pp. 144-168
F. Raffaelli, Illustrazione di
un codice dei Trionfi di Francesco Petrarca esistente nella
Biblioteca comunale di Fermo e saggio di varianti per il
marchese Filippo Raffaelli, Tipografia degli eredi
Paccasassi, Fermo 1874
F. Raffaelli, Lettera di
Alessandro Manzoni edita la prima volta dal marchese Filippo
Raffaelli, Tip. Bernardoni, Milano 1874
F. Raffaelli, Memorie
storico-genealogiche della famiglia dei Crollalanza, F.
Cappelli, Rocca San Casciano 1874 (estratte dai numeri 10 e 11
del Giornale araldico-genealogico italiano del 1874)
F. Raffaelli, Illustrazione di
un diploma del santo cardinale Carlo Borremeo e genealogia della
famiglia Lampugnani di Milano e Lampugnani signori del Cerro per
il marchese Filippo Raffaelli, presso la direzione del
Giornale Araldico, Fermo 1874
F. Raffaelli, La imparziale e
veritiera istoria della unione della Biblioteca ducale d'Urbino
alla Vaticana di Roma, Lettera e documenti, Bacher, Fermo
1877
F. Raffaelli, Stemmi delle
famiglie nobili di Cingoli raccolti dal Cav. Filippo Raffaelli
de' Signori di Colmullaro Marchese di Persignano, Patrizio
Romano Eugubino Reatino Fabrianese e Cingolano, 1878, ms.,
Biblioteca Benedettucci di Recanati
F. Raffaelli,
Catalogo di sfragistografia della privata collezione del
Marchese Filippo Raffaelli bibliotecario della comunale di Fermo,
Dalla Tipografia Paccasassi, Fermo 1878
F. Raffaelli, Il monumento di
Vittorio Alfieri in Santa Croce di Firenze : lettere del senat.
Giovanni Degli Alessandri e di Antonio Canova / pubblicate per
la prima volta ed illustrate dal marchese Filippo Raffaelli,
Tip. Paccasassi, Fermo 1878
F. Raffaelli, Gli statuti
sutuari dal secolo 15. al 18. per la città di Macerata : memoria
storica seguita da tre statuti non mai stampati, Tipi
Pasqualis, Fano 1879
F. Raffaelli, (a cura di), Saggio di Mattinate nel parlare di
Cingoli nelle Marche, provincia di Macerata, Tip. V.
Pasqualis, Succ. Lana, Fano 1880
F. Raffaelli, (a cura di), Terza e quarta Mattinata nel
parlare di Cingoli nelle Marche, provincia di Macerata, Tip.
V. Pasqualis, Succ. Lana, Fano 1882
F. Raffaelli, Trattato di
pittura, composto per Francesco Lancilotti ... Da rarissima
stampa con nuova impressione a novella via richiamata, con
prefazione, fac-simile, bibliografia Mazochiana ed annotazioni
storiche e filologiche, dal marchese Filippo Raffaelli, R.
Simboli, Recanati 1885
F. Raffaelli, Il mausoleo al
commendatore Giuseppe avv. Fracassetti eretto nel pubblico
cemeterio di Fermo : lettera descrittiva del marchese Filippo
Raffaelli, Tipografia di Rinaldo Simboli, Recanati 1886
F. Raffaelli, Lode di Firenze:
poemetto di Menicuccio Rossi ; riprodotto sopra sconosciuta
stampa del secolo XVI, con prefazione ed annotazioni storiche di
Filippo Raffaelli, Stab. Tip. di Gentile Bacher, Fermo 1887
F. Raffaelli, Parole
pronunziate nel pubblico cemetero di Fermo dal march. Filippo
Raffaelli la sera del 26 Maggio 1887 presso la salma del Conte
Cesare Baccili morto a Pisa il Giorno 22 di detto mese nella età
di an. 32. M. 8. G. I, Stab. Bacher, Fermo 1887
F. Raffaelli, Due lettere
inedite di Antonio Canova con illustrazioni del marchese Filippo
Raffaelli, Tip. di Rinaldo Simboli, Recanati 1889
F. Raffaelli, Reminiscenze
storiche sopra l'arte della ceramica nelle provincie marchegiane,
con note sulle fabbriche di Recanati e di Sant'Elpidio a Mare /
per il marchese Filippo Raffaelli, bibliotecario di Fermo e R.
ispettore delle antichita e belle arti, Stab. Tip. Giuseppe
Civelli, Roma 1889
F. Raffaelli, Guida artistica
della città di Fermo: con pianta / compilata dal bibliotecario
marchese Filippo Raffaelli, Stab. tip. Bacher, Fermo 1889
F. Raffaelli, La biblioteca comunale di Fermo. Relazione
storica, bibliografica, artistica, con documenti, appendice,
pianta topografica e prospettica, Recanati, Simboli, 1890
F. Raffaelli, Beatrice discorso
pubblicato ora per la prima volta dal march. Filippo Raffaelli
della comunale di Fermo, Stab. tip. Bacher, Fermo 1890
Fonte:
F.
Raffaelli, Catalogo ragionato ed illustrato della privata raccolta di
autografi italiani e stranieri di documenti storici che si posseggono dal
marchese Filippo Raffaelli di Cingoli, Parte prima, dalla tipografia di A.
Mancini, Macerata 1871
A. Galeazzo Galeazzi, Di una
biblioteca patrizia marchigiana e della sua dispersione,
"Accademie e Biblioteche d’Italia", 11 (1937), pp. 48-55
D. Fioretti, Per una storia
sociale della cultura dell'Ottocento. Note sul marchese Filippo
Raffaelli, "Studia Picena", vol. LXVI, 2001, pp. 323-366
R. M. Borraccini,
«Nellʹabbondanza e sceltezza sono alcuni pezzi unici» La
Biblioteca De Minicis nella stima di Filippo Raffaelli (Fermo
1872), in P. Innocenti - C. Cavallaro (a cura di), Una
mente colorata. Studi in onore di Attilio Mauro Caproni per i
suoi 65 anni, Vecchiarelli, Manziana 2007, pp. 857-875 -
articolo on-line -
G. Granata, Tracce di una 'antica
ed importante' Biblioteca: la Biblioteca dei Marchesi Raffaelli
di Cingoli, Bibliothecae.it, Vol 7, No 1 (2018), pp. 3-57 -
articolo on-line -
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