
Erudito.
Cingoli 28/10/1715 - Cingoli, 08/01/1789
Francesco Maria Raffaelli nacque
a Cingoli il 28 ottobre 1715. Fu "educato agli ameni studj nel Collegio
Campana d' Osimo, e negl'involuti sistemi della sintetica Filosofia in
Patria addestrato, fu nel Maceratese Ateneo che addottrinossi di poi
nell'ampio deposito de' civili e sociali diritti"
(F. Pergoli Campanelli,
Elogio di Francesco Maria Raffaelli, p. 328).
"Filologo assai valente, ed Istorico
eruditissimo"
(F. Pergoli Campanelli,
Elogio di Francesco Maria Raffaelli, p. 327),
si presenta come esponente esemplare di quella
élite intellettuale impegnata nella riscoperta del passato con
un taglio antiquario ed erudito che caratterizza
la cultura marchigiana del Settecento.
Per dimostrare la parentela con i
Raffaelli di Gubbio ed essere, quindi, inserito nel patriziato eugubino,
Francesco Maria intrattenne per lungo tempo una fitta
corrispondenza con Girolamo Raffaelli; questo scambio epistolare servì anche
a
reperire le informazioni per il suo trattato sulla vita e le opere di
Bosone da Gubbio.
Oltre all’Elogio di Francesco Maria
Raffaelli, pubblicato da Francesco Pergoli Campanelli nel
1833, la principale fonte su
Raffaelli è costituita da un manoscritto conservato a Recanati
presso la Biblioteca Clemente Benedettucci (5 C IV 12) che
contiene l’indice dei suoi manoscritti, compilato da Joseph Anton Vogel,
e una breve nota biografica.
Cultore appassionato della storia
di Cingoli, raccolse anche numerose
epigrafi e documenti sulla storia civile e religiosa della Marca
Anconetana e della propria famiglia. Oltre che vicepresidente della locale colonia dell'Accademia albrizziana,
con Giambattista Onori, Francesco Maria Genga di Pesaro e
Giambattista Bertucci
fu tra i fondatori di un'Accademia di scienze e di erudizioni;
essa fu
istituita a Cingoli nel 1742 dietro
l’impulso del vescovo Pompeo Compagnoni che avrebbe chiesto al
Raffaelli di essere "l'istoriografo
della sua patria"
(F. Pergoli Campanelli,
Elogio di Francesco Maria Raffaelli, p. 335).
Il nome dell’Accademia cingolana oscilla tra
quello di "Accademia di scienze e di erudizioni" e
"Accademia di scienze ed arti liberali". Nel "manoscritto Recanati" è
indicata una denominazione ancora diversa, ovvero "Accademia
delle scienze e delle Belle lettere", ed è distinta dalla
"colonia dell’universale Istituto di scienze albrizziano" che
sarebbe stata dedotta nel 1748. In altre fonti, tuttavia,
l’Accademia di scienze ed arti liberali è fatta coincidere con
la colonia dell’Accademia Albrizziana e ne è indicata la data di
fondazione nel 1747.
L'Accademia cingolana era ospitata
nel palazzo del vescovo Compagnoni e si occupava di
metafisica, di fisica, di storia patria e talvolta di filologia. Ebbe
però vita breve "per intervento a quanto pare dello stesso
vescovo istigato da un troppo indiscreto zelante che gli segnalò
l'inopportunità che il Raffaelli leggesse, il 14 settembre 1743,
una dissertazione del socio assente monsignor Giacinto Silvestri
sull'utilità ed onestà delle tragedie e commedie contrastante
con le disposizioni contenute in una lettera Pastorale del
cardinale Lanfredini, predecessore del Compagnoni nel vescovavo
ed evidentemente diffidente nei confronti di un genere
letterario ancora sospetta fonte di immoralità"
(D. Fioretti, Per una storia
sociale della cultura dell'Ottocento. Note sul marchese Filippo
Raffaelli, pp. 326-327).
"Stimolato quindi da quel veemente e caldissimo affetto, che per
essa [Cingoli] nutriva, in dodici Libri divise le Cingolane Istorie si
sacre che profane, cominciando dai tempi più reconditi alla
riedificazione di Tito Labieno, ed alla sua deduzione in Colonia
Romana, nulla lasciando inosservato alla sua diligenza,
pubblicandone varj Saggi nelle Novelle Letterarie di Firenze, e
negli Opuscoli Mandelliani"
(F. Pergoli Campanelli,
Elogio di Francesco Maria Raffaelli, p. 335).
L'opera aveva il titolo Delle
Antichità Cristiane di Cingoli città del Piceno.
A sostegno della sua intensa attività di studio
vi era la biblioteca di
famiglia, custodita nel
Palazzo Raffaelli a Cingoli, che egli incrementò durante tutta la
sua vita.
Molte
fra le sue numerose opere sono rimaste manoscritte o incompiute. Nel 1750
compose uno studio su Bosone da Gubbio per dimostrare la sua
appartenenza alla famiglia Raffaelli. Essendosi
conclusa l'esperienza dell’Accademia, il Raffaelli iniziò a
collaborare con il periodico fiorentino le Novelle Letterarie,
fondato da Giovanni Lami; inviò quindi l’opera intitolata
Della famiglia, della persona, degl'impieghi, e delle opere di
messer Bosone da Gubbio al
Lami che la pubblicò nel 1755 nel XVII° volume delle Deliciae erutitorum.
|
Frammenti degli statuti dell'Arte della Lana in
Cingoli (1470), copia in calligrafia di Francesco
Maria Raffaelli, Archivio Collegiata di S.
Esuperanzio |
Quando nel 1755 fu approvato dal
Comune di Cingoli il progetto della nuova cripta da costruire
nella chiesa di S. Esuperanzio, Pompeo Compagnoni convinse il
Raffaelli a scrivere una storia su S. Esuperanzio e sulla sua
chiesa.
Nel 1762 uscì il primo volume stampato a Jesi col titolo Delle Memorie Ecclesistiche
intorno l'Istoria ed il Culto di Santo Esuperanzio Antico Vescovo e
Principale Protettore di Cingoli, composto di due libri, ai quali se
ne aggiunse subito un terzo.
Il secondo e terzo volume furono pubblicati con l'aiuto di
Giambattista Onori, perito calligrafo, epigrafista e paleografo,
insieme a D. Marco Colucci, canonico di S. Esuperanzio, i quali curarono
la stampa dell'Appendice alle Memorie di S. Esuperanzio,
articolando il volume in tre parti, a cui si aggiunse il Supplemento
all'Appendice Cronologicamente disposto.
Il Raffaelli, contemporaneamente,
scriveva il volume Osservazioni preliminari alla Seguente
Appendice, ove raccolse gran parte delle sue conoscenze storiche di
Cingoli.
"All’indomani dell’erezione
della diocesi di Cingoli nel 1725 per volontà di papa Benedetto
XIII, che unì la
sede cingolana aeque principaliter a quella di Osimo, divampò un’aspra battaglia
fra gli eruditi dei due centri. Argomento del contendere, in
questo caso, non era
soltanto il prestigio della cattedra episcopale e l’antichità
dei protovescovi; si trattava
bensì di riconsiderare, in chiave diacronica, il nodo della
patrimonialità della
mensa episcopale, al fine di poter fondare su irrefutabili basi
storiche la rivendicazione
di diritti, benefici, immunità.
Lo scontro erudito vide
contrapposti il nobile
cingolano Raffaelli al canonico osimano Fanciulli e il terreno
fu in un primo momento l’esegesi di un testo agiografico, la
Vita Sancti Exuperantii, di cui Raffaelli
difendeva l’attendibilità storica, mentre Fanciulli la
respingeva. Si trattò di una
disputa imperniata su quello che Marc Bloch avrebbe definito
‘idolo delle origini’:
il testo agiografico narra infatti che un santo, di nome
Esuperanzio, avrebbe retto
per quindici anni, fra V e VI secolo, la cattedra episcopale
cingolana, dando origine
a un culto locale in suo onore. Alla luce della moderna
filologia il testo della Vita
si dimostra ovviamente spurio, mentre la devozione cingolana a
sant’Esuperanzio
non data prima del XII secolo: non si può però per questo
dire, in modo del tutto
riduttivo, che Fanciulli avesse ragione e Raffaelli fosse dalla
parte del torto: in realtà
l’autentica motivazione che muoveva il canonico osimano era
quella di respingere
le pretese di Raffaelli.
La prosa di Fanciulli è spesso animata
da livore nei confronti
di Cingoli e da un’ostentazione di superiorità: «laddove una
volta [Osimo]
era annoverata fralle Città del Piceno, faceva per l’opposito la
figura di meschino
castello [Cingoli]». Raffaelli s’era sforzato di dimostrare
che la mensa della chiesa
osimana non poteva per sua natura essere tanto ricca ed estesa
territorialmente,
se non in quanto frutto di usurpazione dei beni dell’antica
diocesi cingolana retta
dal santo vescovo Esuperanzio: una volta che quest’ultima rimase
priva del suo
pastore sarebbe stata unita a quella osimana meramente in
persona unius et eiusdem
pastoris, mentre la titolarità dei patrimoni le sarebbe spettata
pur sempre di
diritto.
Per sconfessare tale perentoria asserzione Fanciulli
dovette riconsiderare
l’intera vicenda patrimoniale della mensa episcopale osimana,
ricorrendo all’esame
delle carte d’archivio e ricostruendo su basi documentarie i
possessi dei vescovi,
a cominciare dalle ricche attestazione contenute nei cartulari
episcopali duecenteschi;
si trovò quindi a ripercorrere la trama dei poteri territoriali
dei vescovi di
Osimo nel pieno e nel basso medioevo, nell’intreccio di
relazioni con gli spazi giurisdizionali
degli arcivescovi di Ravenna, dei signori locali, dei comuni di
Osimo e
Cingoli" (F. Pirani, Medievalismi nelle Marche
Percorsi storiografici dall’età moderna al Novecento, pp.
57-58).
Nel filone erudito-devoto degli
interessi del Raffaelli rientra anche l'opera Dissertazione
di F.M.R. intorno a Santa Sperandia Ver. Gubbina del monastero
di S. Michele da elsa in Cingoli costituito e dell'unitogli
monastero di S. Marco stampata nel 1776 nel tomo XXIX della
"Nuova raccolta d'opuscoli scientifici e filologici". Di
carattere più propriamente filologico antiquario sono altri suoi
scritti pubblicati sempre dal Lami nelle Novelle Letterarie,
come ad esempio la dissertazione sull'interpretazione della
formula di Frontino Iter populo debetur ed Iter populo
non debetur (tomo VIIII, 1748).
Francesco Maria Raffaelli morì a
Cingoli l'8 gennaio del 1789.
Rinvenimenti archeologici a San Vittore
di Cingoli descritti da Francesco Maria
Raffaelli
Più da presso la chiesa, e forse fuori
dell'enunciata fabbrica evvi altro
grosso masso di altezza maggiore, il
quale conserva ancora in una parte la
figura rotonda. Lungo le mura della
chiesa sono tre pezzi di colonna di
eccedente mole, e base di colonna
striata più piccola.
Veggonsi in terra eziandio grandissimi
travertini, e nelle muraglie di essa
chiesa, e delle connesse case si veggono
ancora poste in opera delle pietre
quadrate molto grandi, le quali
probabilmente erano state impiegate ne'
vecchi tempi in qualche magnifico ponte
sopra il fiume.
Si trovano continuamente in questo luogo
monete di rame, di argento, ed alcune
ancora di oro, e frammenti altresì di
statue, alcune de' quali io conservo in
Cingoli nella mia casa, e sino dalla
primavera del MDCCXLVII, nel quale anno
appunto a' 29 agosto unitamente
all'eruditissimo p. abate Sarti,
trattenentesi allora lettore in S.
Lorenzo del Massaccio, mi portai a S.
Vittore ad osservare le sue anticaglie,
a acquistare tre teste ivi trovate, due
delle quali di candido marmo, sembrano
che non sieno mai state esposte alla
ingiuria dell'aria, e son quasi intiere
e rappresentando l'una un Vitellio, o un
Domiziano di statura maggiore
dell'ordinaria, e l'altra piccolo putto,
e la terza, se io non m'inganno
rappresenta un Giove, di mole uguale
alla prima, a grandezza patito.
(F.
M. Raffaelli, Miscellanea, XVIII
sec., ms., Biblioteca Benedettucci di
Recanati, f. 58r) |
|
|
Ritratto di
Francesco Maria Raffaelli, ignoto, XVIII sec.,
sagrestia Chiesa S. Esuperenzio
(ripr. Cartolina
"Circolo Filatelico Numismatico Pio VIII" Cingoli) |
Opere di Francesco Maria Raffaelli
F. M. Raffaelli Cingoli. Lettera scritta dal sig. Francesco
Maria Raffaelli di Cingoli al Sig. Dottor Giovanni Lami a
Firenze, in Novelle Letterarie pubblicate in Firenze.
L'anno MDCCXLVIIII, tomo X, Stamperia SS. Annunziata,
Firenze 1749, pp. 596-604
F. M.
Raffaelli, Dell'antica Cingoli, Busta 286, libro V, ms., Biblioteca Benedettucci di Recanati,
(? 1754-1789)
F. M. Raffaelli, Deliciæ
eruditorum seu veterum anekdoton opusculorum collectanea Io.
Lamius collegit, illustravit, edidit. Della famiglia della
persona, degl'impieghi, e delle opere di Messer Bosone da
Gubbio. Trattato di Francesco Maria Raffaelli, Ex
Tipographio & Sumtibus Heredis Paperinii, Firenze 1755
F. M. Raffaelli, (Delle antichità
cristiane di Cingoli città del Piceno, Volume Primo) Delle
memorie ecclesiastiche intorno l'istoria ed il culto di Santo
Esuperanzio, antico vescovo e principal protettore di Cingoli raccolte
ed illustrate da Francesco Maria Raffaelli, Libri due, Stamperia
Gavelliana, Pesaro 1762:
- Delle memorie di Santo Esuperanzio vescovo di Cingoli, libro primo,
pp. 1-150
- Delle memorie de' vescovi e della chiesa di Cingoli dopo Santo
Esuperanzio libro terzo, Stamperia Gavelliana, Pesaro 1762, pp
151-241
- Appendice di documenti i quali riguardano, ed illustrano le Memorie
di S. Esuperanzio vescovo e della Chiesa antica di Cingoli:
- Osservazioni preliminari alla seguente appendice, pp. III-CXIX
- Esame di ciò che a’ scritto il Padre Francescant Zaccaria della
Compagnia di Gesù, pp. 1-112
(-Esame primo de' sentimenti del P. Zaccaria della Compagnia di Gesù
intorno Santo Esuperanzio, e intorno ad altri antic. vescov. di Cingoli,
pp. 1-62
- Esame II del giudizio dato dal P. Francesco Antonio Zaccaria della
compagnia di Gesù. In ordine ad una carta osimana dei 20 febbraio MCCIV,
pp. 63-112)
- Appendice alle memorie di S. Esuperanzio, pp. 1-206
- Supplimento all'Appendice cronologicamente disposto, pp.
207-312
F. M. Raffaelli, Delle antichità cristiane
di Cingoli città del Piceno, Pesaro 1763
F. M. Raffaelli, Dissertazione dell'origine e de' progressi della chiesa
vescovile di Cingoli, Pesaro 1769
F. M. Raffaelli, Dissertazione di F.M.R. intorno a Santa
Sperandia Ver. Gubbina del monastero di S. Michele da elsa in
Cingoli costituito e dell'unitogli monastero di S. Marco, in
F. Mandelli (a cura di), "Nuova raccolta d'opuscoli scientifici
e filologici", XXIX (1776), In Venezia: appresso Simone Occhi
F. M. Raffaelli, Dell'origine e de' i progressi della chiesa
vescovile di Cingoli: della titolare di essa, degli antichi di
lei protettori, e dell'amministrazione sua al vescovo di Osimo
appoggiata fino al 1725, in cui essa fu reintegrata, in
F. Mandelli (a cura di), "Nuova raccolta d'opuscoli scientifici
e filologici", XXXII (1778), XXXIII (1779), XXXV (1780), XXXVI
(1781), In Venezia: appresso Simone Occhi
F. M. Raffaelli, Storia
letteraria della controversia delle chiese di Osimo e Cingoli,
in F. Mandelli (a cura di), "Nuova raccolta d'opuscoli
scientifici e filologici", XXXVIII (1783), In Venezia: appresso
Simone Occhi
F. M. Raffaelli, Appendice alla
controversia delle chiese di Osimo e Cingoli, 1783
F. M. Raffaelli, Alberi genealogici
delle Famiglie nobili estintesi in Cingoli dopo il ristabbilimento
in essa Città dell'Ordine de' Gonfalonieri..., ms. della
seconda metà del sec. XVIII conservato a Roma nella biblioteca
privata della prof. Simonetta Bernardi
F. M. Raffaelli, Alberi genealogici
delle 31 Famiglie nobiliari formanti nel 1747 l’ordine illustre
de' gonfalonieri di Cingoli, ms. conservato a Roma nella
biblioteca privata della prof. Simonetta Bernardi
F. M. Raffaelli, Notizie dei Priori
Comunali di Cingoli dall'anno 1552 all'anno 1703, ms.
conservato a Roma nella biblioteca privata della prof. Simonetta
Bernardi, in fotocopia nella Biblioteca
comunale Ascariana di Cingoli
F. M. Raffaelli, Del Reggimento
pubblico della Città di Cingoli, ms. della seconda metà del
sec. XVIII conservato a Roma nella biblioteca privata della prof.
Simonetta Bernardi, in fotocopia nella Biblioteca
comunale Ascariana di Cingoli
F. M. Raffaelli, Tomo degli Alberi Genealogici delle Famiglie Cingolane,
ms. del XVIII sec. conservato nella Biblioteca Comunale di Jesi
(con postille di G. A. Vogel)
F. M. Raffaelli, Di alcuni giuspatronati degli altari delle chiese
cingolane, ms., Biblioteca Comunale di Jesi,
Fondo Colocci, ms.11
F. M. Raffaelli, Intorno alle origini
della città di Cingoli, ms., Archivio
dell'Insigne Chiesa Collegiata di S. Esuperanzio di Cingoli
F. M. Raffaelli, Tre dissertazioni sopra Tito Labieno, ms., Archivio dell’Insigne Collegiata di S. Esuperanzio di
Cingoli, cart. III, fasc. IV
F. M. Raffaelli,
Inscriptiones infimi aevi Cinguli exstantes anno MDCCLXI
aut paucis ab hinc annis deletae F.M.R. collectore ad V.C. Paridem
comitem Pallota, ms., Biblioteca Benedettucci
di Recanati
F. M. Raffaelli, Delle rivoluzioni del Comune di
Cingoli dalla sua origine alla totale di lui sottomissione alla
Chiesa Romana sotto Martino v, ms., Biblioteca Benedettucci di Recanati
F. M. Raffaelli, Storia Cingolana: secoli
XIII-XVII, ms. inedito del sec. XVIII,
Biblioteca Benedettucci di Recanati
F. M. Raffaelli, Dell'origine e del
progresso in Cingoli della Congregazione e dell'Oratorio di S.
Filippo Neri, ms. del XVIII sec., Archivio
dell'Insigne Chiesa Collegiata di S. Esuperanzio di Cingoli
(Archivio Vescovile di Cingoli), cart. 3, Congreg. Orat. S.
Filippo Neri
F. M. Raffaelli, Lettere, ms.
contenente lettere di carattere erudito al figlio Filippo,
Biblioteca Benedettucci di Recanati
Fonte:
F. Pergoli Campanelli,
Elogio di Francesco Maria Raffaelli, in "Oniologia
scientifico-letteraria di Perugia", tomo 1, primo quadrimestre 1833,
tipografia Baduel, Perugia 1833, p. 325-343
S. Matellicani – S.
Piermattei, Medaglie e Sigilli di Cingoli, Cingoli 2000,
pp. 43-44
D. Fioretti, Per una storia
sociale della cultura dell'Ottocento. Note sul marchese Filippo
Raffaelli, "Studia Picena", vol. LXVI, 2001, pp. 323-366
F. Pirani, Medievalismi nelle Marche
Percorsi storiografici dall’età moderna al Novecento,
Andrea Livi Editore, Fermo 2014 -
articolo on-line -
G. Granata, Tracce di una 'antica ed
importante' Biblioteca: la Biblioteca dei Marchesi Raffaelli di Cingoli, Bibliothecae.it, Vol 7, No 1 (2018), pp. 3-57
-
articolo on-line -
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