
Nel 1781 in un armadio della
cancelleria comunale vennero ritrovati tre sigilli che il Paoli
(1) così
descrisse: “Tutti e tre sono di bronzo e di figura circolare. E’
stato inciso in rame colla maggiore esattezza di tutti e tre
l’esemplare, che si dà impresso nel foglio che si premette a queste
osservazioni”.
Dei sigilli non esiste oggi più
alcun esemplare; le uniche testimonianze sono rappresentate dai disegni
riportati dal Raffaelli
(2) e una impronta su carta
(3).
Il primo sigillo ha nel
campo un monte a più cime e sulla sommità la figura di un vescovo con
un vessillo nella mano destra e il pastorale in quella di sinistra. Il
vescovo è S. Esuperanzio come testimonia la legenda posta ai lati del
personaggio: s(an)c(tu)s
Exup(er) a(n)cius
Nel giro che
circonda la figura, dopo l’indicazione S(igillum),
l’esametro leonino Quod cernis
scriptum d(e) Ci(n)gulo sit tibi dictu(m)
(=Quello
che vedi scritto su Cingoli ti sia detto a voce).
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Primo
sigillo,
Bibl. Comunale |
Impronta
su carta |
La lettera S compare rovesciata.
Si tratta di una posizione originaria e non dell’errore dei disegnatori
del Paoli e del Raffaelli. Lo stesso Paoli, infatti, aveva notato tale
particolarità grafica.
L’alfabeto è gotico e il
sigillo, sia per gli aspetti grafici che per quelli iconografici
(4) non
può essere datato se non alla fine del XIII sec. o all’inizio del XIV sec.
(5).
Il vestiario del Vescovo non
presenta differenze da quello della statua del Santo scolpito sopra
l’arco della Chiesa di S. Esuperanzio
di Cingoli. La forma della casula e della mitra corrisponde a quella del
sigillo, porta in mano il gonfalone il cui drappo oggi non è più
visibile. La mano sinistra, con cui probabilmente il Santo sorreggeva il
pastorale, è mancante nella scultura
(6).
Il secondo sigillo presenta nel
campo un monte a tre cime con due cervi salienti e affrontati e sormontati
da due scudetti con le chiavi decussate pontificie. Nel giro si ritrova lo
stesso verso ritmico del sigillo precedente:
Quod :
cernis : scriptum : de : Cingulo : sit
: tibi : d(i)c(tu)m :
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Secondo
sigillo,
Bibl. Comunale |
Impronta
su carta |
L’alfabeto è gotico maiuscolo;
come segno di interpunzione vengono adoperati i due punti sovrapposti. La
presenza nel sigillo delle chiavi decussate dovrebbe costituire il termine
post quem per la sua datazione. Tali elementi araldici non
compaiono, infatti, prima dell’Albornoz
(7).
Il terzo sigillo presenta nel
campo un monte a tre cime con, al centro, un tasso con due cervi salienti
e affrontati. Nel giro, con all’inizio le chiavi decussate e alla fine
due rosette che si intercalano con due punti rappresentati come piccole
stelle, le parole
Sigillum . comunis . (terre) . Cingoli
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Terzo
sigillo,
Bibl. Comunale
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Il sigillo è in uso già intorno
agli anni settanta del XIV sec. come dimostrano l’epigrafe del podestà
Pierdomenico Leopardi e il quadro della cappella Silvestri nella chiesa di
S. Francesco.
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Palazzo del Cassero,
iscrizione
del podestà Leopardi, fine XIV sec. (da Avarucci-Salvi tav.
LX)
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Chiesa
di S.Francesco, cappella
Silvestri, particolare, 1479 (da Avarucci-Salvi tav. XLIV) |
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Nel 1631 venne adottato un altro
sigillo: uno scudo, con la rappresentazione delle tre cime, l’albero di
tasso e i due cervi, sormontato da una corona civica e da una Madonna del
Rosario che tiene una lista con la scritta:
ESTO CINGULUM NOSTRUM.
Nel 1630 la peste iniziava a
diffondersi in molte parti d’Italia. Memori della grande epidemia del
1591, gli amministratori di Cingoli decisero di consacrare la città alla
Madonna del Rosario per ottenere un qualche aiuto divino:
“Sarei d’opinione che li
signori del Magistrato faccino dai deputati quali possono risolvere come
se habbi da metter l’immagine della Madonna S.ma del S.Rosario con un
motto nell’armi, sigilli et altrove; perché ciò si facci
consideratamente et colla maggior decenza possibile et questa risolutione
si effettui non solo nell’armi, sigilli et pendoni, ma per l’avvenire
saranno le armi della Comunità”
(8).
Lo stemma rimase in vigore
fino al 1861, quando dal gonfalone venne tolta l’immagine della
Madonna.
Immagini
dei sigilli tratte da Avarucci-Salvi tav. LXVIII-LXIX-LXX
(1) F. Paoli, ms di autori vari, Biblioteca Benedettuccci,
Recanati, ff. 11r - 27r
(2) F. Raffaelli, I sigilli del comune di Cingoli,
“Periodico di numismatica e sfragistica”, VI (1874), pp. 144-168
(3) Biblioteca Cesare Emidio Bernardi, Roma
(4) Il culto di S. Esuperanzio si
sviluppò nella seconda metà del XIII secolo
(5) G. Avarucci – A. Salvi, Le
iscrizioni medioevali di Cingoli, Padova 1986, pp. 162-163
(6) S. Matellicani – S.
Piermattei, Medaglie e Sigilli di Cingoli, Cingoli 2000, p. 56
(7) G. Avarucci – A. Salvi, Le
iscrizioni medioevali di Cingoli, cit., p. 164
(8) Proposta del sig. Muzio Maria
letta durante il consiglio comunale del 2/9/1631 – Riformanze,
2 settembre 1631, c. 96
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