Inquisitore. Cingoli, XIV sec.
Lamberto da Cingoli fu tra
i più influenti frati domenicani nella Lombardia inferior
fino a oltre la metà del Trecento. Egli trascorse,
probabilmente, buona parte del suo periodo di formazione
presso il convento veneziano, conseguendo una solida
preparazione teologico-filosofica di cui ben presto si
avvalsero i titolari del negotium fidei felsineo.
Il mandato inquisitoriale
di Lamberto, che riguardò la città e la diocesi di
Bologna, iniziò almeno dal 28 novembre 1324, data in cui
frater Lambertus Cingulanus inquisitor Bononiensis
figura insieme a frater Iacobus Bonus inquisitor
Ferrariensis tra i testimoni del testamento di
Giacomo di Alberto Artemisi.
Il 16
dicembre 1324 condannò per eresia Cecco d’Ascoli. La
sentenza di condanna riguardava i contenuti espressi
nelle lezioni pubbliche tenute in un corso universitario
dedicato al commento dell'opera Sphera Mundi, il
trattato di astronomia scritto circa nel 1230 da
Giovanni Sacrobosco. In quell'intervento Lamberto aveva
riscontrato la presenza di numerose opinioni eterodosse,
fra cui:
1. la congiunzione astrale al momento della nascita
determina le condizioni di vita e di morte di ognuno;
2. sotto l'influsso dell'ottava sfera, cioè delle stelle
fisse, e precisamente ogni quarto di rotazione della
sfera, nascono uomini semidivini, destinati a mutare le
leggi e le religioni, come Mosè, Ermete, Simon Mago,
Merlino etc.;
3. l'oroscopo di Cristo determinò le sue condizioni di
vita e di morte e la natura della sua predicazione;
4. è imminente la venuta dell'Anticristo, che sarà di
nobili natali e di grande potenza e ricchezza;
5. le congiunzioni astrali alla nascita degli uomini di
governo e alla fondazione delle città determinano le
loro fortune politiche;
6. le inclinazioni morali degli uomini, come quelle
naturali, sono determinate dallo zodiaco;
7. le arti magiche hanno grande potere sulle vicende
umane, ma solo alcuni, fra cui lo stesso Cecco, sanno
servirsene correttamente.
La condanna di Lamberto
prevedeva il divieto di insegnare astrologia a Bologna,
sia in pubblico che in privato, la privazione del titolo
magistrale, l’ordine di consegnare i libri di astrologia
al maestro Alberto; Cecco d'Ascoli avrebbe dovuto,
inoltre, abiurare pubblicamente, recitare 30 Pater
noster e altrettante Ave Maria, digiunare ogni
venerdì, per un anno intero e ascoltare ogni domenica la
predica in una chiesa dei Minori o dei Predicatori. Come
ammenda, egli doveva pagare la somma di 70 libbre
bolognesi, che sarebbero diventate il doppio se non
avesse versato la somma entro la pasqua successiva:
"Reverendus Pater frater Lambertus de Cingulo ordinis
praedicatorum, inquisitor hereticae pravitatis Bononiae,
anno 1324, die XVI decembris, Magistrum Cechum, filium
quondam magistri Simonis Stabilis de Esculo,
sententiavit male et inordinate locutum fuisse de fide
catholica et propterea eidem penitenti imposuit ut inde
ad XV dies proximos suorum veram et generalem faceret
peccatorum confessionem. Item quod omni die diceret XXX
Pater noster et totidem Avemaria. Item quod qualibet
sexta feria ieiunare deberet in reverentiam crucis et
crucifixi hinc ad annum. Item quod omni die dominica
audiret sermonem in domo fratrum praedicatorum vel
minorum. Item privavit ipsum omnibus libris astrologiae
magnis et parvis, quos deponeret apud magistrum Albertum
bononiensem. Et voluit quod nunquam posset legere
astrologiam Bononiae vel alibi publice vel private. Item
privavit eum affini magisteri o et honore cuiuslibet
decoratus (corr. doctoratus) usque ad suae
arbitrium voluntatis. Et condemnavit eum in LXX libris
bononiensibus, quas inde ad pasca resurrexionis domini
proxime solveret sub pena dupli." (Firenze, Biblioteca
Riccardiana, cod. 673, c. 124r - trascrizione di A.
Beccaria, I biografi di maestro Cecco d'Ascoli e le
fonti per la sua storia e per la sua leggenda,
Clausen 1908, pp. 58-59).
Il 21 agosto 1326 papa
Giovanni XXII ordinò a Lamberto di procedere contro chierici
e laici di Romagna (dunque apparentemente al di fuori
del proprio ambito di competenza territoriale)
accusati di spregiare l’autorità della
Chiesa e di favorire l’eresia.
Una bolla pontificia
dell’anno successivo riferisce di una sentenza di fautoria emessa congiuntamente dal frate di Cingoli e
dall’ex inquisitore Guido da Vicenza, ora vescovo di
Ferrara, nei confronti di un sedicente rector di
un beneficio in diocesi di Siena: entro il 1329
pronunciò poi a Bologna la condanna di un certo
Guglielmo de Bechariis.
Fece parte, insieme ai
vertici provinciali dell’Ordine, di una commissione che
emise un consilium poi ricordato dal Capitolo
generale di Perpignano del 1327: "In nomine patris et
filii et spiritus sancti. Amen. HEC SUNT ACTA CAPITULI
GENERALIS APUD PERPINIANUM CELEBRATI ANNO DOMINI · M° ·
CCC° · XXVII° (...) Quesivit bone memorie Bononie frater
lohannes de Puppio in quodam consilio, ul i erant
fratres Beneventus prior Bononiensis, Andalo supprior,
magister Thomas Anglicus, lector ibidem, Lambertus de
Cingulo, inquisitor Bononiensis..." (Acta Capitulorum
Generalium (vol. II), in Benedictus Maria Reichert,
Monumento Ordinis Fratrum Praedicatorum Historica,
tomus IV, Ex Typographia Polyglotta S.C. De Propaganda
Fide, Roma 1899, pp. 167, 175-176).
Tra il 1329 e il 1331,
insieme ai confratelli Egidio Galluzzi e Pace da Vedano, fu
tra gli inquisitori protagonisti del processo
promosso dal papato contro i fautori di Ludovico il Bavaro.
Ricordato da alcune fonti come
celebris orator, Lamberto predicò nel 1336 nella
chiesa S. Domenico contro gli infedeli: "Anno
domini 1336 (...) Frater Lambertus de Cingulo ordinis
Predicatorum ed inquisitor inquisitor pravitatis
heretice in ecclesia sancti Dominici, ex parte pape
contra infideles passagium predicavit" (Hieronymus de
Bursellis, Cronica gestorum ac factorum memorabilium
civitatis Bononie, a cura di Albano Sorbelli, Città
di Castello, Coi tipi della casa editrice S. Lapi, 1912,
in Rerum italicarum scriptores: raccolta degli
storici italiani dal cinquecento al millecinquecento,
ordinata da L. A. Muratori, tomo XXIII, parte II, p. 41).
Ebbe frequentazioni con importanti esperti di diritto e in
particolare con il notissimo Giovanni Calderini.
Terminato il mandato
da inquisitore, che dovette probabilmente protrarsi fino
al 1338 con competenza ampliata (o mutata) anche
all’ambito ferrarese, ricoprì la carica di
provinciale nel 1347 e quella di priore conventuale a
Bologna negli anni 1342-1343 e 1354-1355.
Le ultime notizie su
Lamberto si hanno nel 1356 quando divenne lettore nello Studium
generale di Bologna. Non
risulta che Lamberto lasciò
opere.
Fonte:
R. Parmeggiani, Studium
domenicano e Inquisizione, in Praedicatores/doctores. Lo
Studium Generale dei frati Predicatori nella cultura bolognese
tra il '200 e il '300, Atti del convegno, Bologna 8-10
febbraio 2008, "Memorie domenicane", 39 (2008), Nerbini editore,
Firenze 2009, (pp. 117-141) pp. 137-139
M. Giansante, La condanna di
Cecco d'Ascoli: fra astrologia e pauperismo, in A. Rigon (a
cura di), Cecco d'Ascoli: cultura, scienza e politica
nell'Italia del Trecento, Atti del convegno, Ascoli Piceno
2-3 dicembre 2005, Istituto storico italiano per il medio evo,
Roma 2007, (pp. 183-199) p. 192
M. G. Del Fuoco, Il processo a
Cecco d’Ascoli: appunti intorno al cancelliere di Carlo di
Calabria, in A. Rigon (a cura di), Cecco d'Ascoli:
cultura, scienza e politica nell'Italia del Trecento, Atti
del convegno, Ascoli Piceno 2-3 dicembre 2005, Istituto storico
italiano per il medio evo, Roma 2007, (pp. 217-237) PP. 234-235
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