Coordinate
(google maps):
43°22'38.13"N 13°12'49.96"E
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Chiesa di
S. Nicolò, portale (foto del 28/12/2003) |
Nel 1218 il priore di S.
Esuperanzio Anselmo decise di far costruire una chiesa in un luogo
comodo per evitare che i parrocchiani di
Sant' Esuperanzio percorressero nei mesi invernali la strada che li separava dalla loro chiesa.
La terra necessaria, posta nei
pressi di Porta Montana e di proprietà dell'ospedale dello Spineto, fu
ottenuta in cambio di un podere che il monastero di S. Esuperanzio
possedeva poco fuori le mura di Cingoli. Il 6 settembre 1218, alla
presenza dell'abate di Fonte Avellana Rinaldo, venne stipulato l'atto di
permuta e si decise di intitolarla ai santi Esuperanzio e Nicolò
(1). Quando fu terminata vi fu
trasportato da S. Esuperanzio il battistero.
La facciata è stata
rimaneggiata nella seconda metà del sec. XVI, per interessamento della
famiglia Venanzi, originaria di Spello e nobile di Cingoli, e, in
particolare, di Pietrogiacomo, Pietropaolo e Cosimo, i quali si
succedettero nel priorato di S. Esuperanzio dal 1552 al 1593.
A questa famiglia apparteneva lo
stemma in pietra, purtroppo scalpellato, che ancora si scorge sulla
facciata, tra il rosone ed il portale, attestante l'importanza delle
opere di restauro e di abbellimento fatte eseguire. In particolare fu
sostituito l'originario portale con quello attuale, opera del maestro
Giacomo e che prima era
collocato sulla parete destra della chiesa di Sant'Esuperanzio; furono
ristrutturate le case adiacenti e costruita l'elegante loggetta che
prospetta sulla piazza.
Nell'interno dell'edificio sacro
è conservato un antico altare in
pietra trasportatevi nel 1955 dalla chiesa abbandonata di S. Paterniano.
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Chiesa di S. Nicolò, particolare
del fregio del portale (foto S. Mosca)
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Stemma
della famiglia Venanzi (disegno di C.E. Bernardi) |
La
chiesa è a tre navate, la centrale coperta da botte sestiacuta, rinforzata da
tre archi trasversali dello stesso sesto, le laterali coperte da crociere.
L'affinità con la chiesa di S. Esuperanzio è evidente nell'abside piatta, dato
significativo per una chiesa a tre navate, e nella disposizione delle fonti di
luce, rosone nella facciata e finestre nella parete absidale, con assenza di
aperture nelle pareti laterali. Ma anche la copertura nella navata centrale, con
i suoi tre archi ogivali a sostegno della botte, non può dirsi radicalmente
diversa da quella di S. Esuperanzio. Va
rilevato comunque che la botte sestiacuta con sottarchi della chiesa di S.
Nicolò può trovare il suo prototipo nella copertura della chiesa di Fonte
Avellana, nonché nella copertura della chiesa abbaziale di Sitria, anche questa
dipendente dal vicino Eremo di Fonte Avellana.
(1) "La
chiesa sarebbe dunque sostanzialmente coeva a quella di S. Esuperanzio. Ciò
può creare qualche perplessità a motivo delle ingenti spese occorrenti per due
costruzioni quasi contemporanee. Va al riguardo rilevato che il priorato di S.
Esuperanzio già appariva dotato di beni, che riscuoteva molta considerazione da
parte del priore di Fonte Avellana (come conferma la presenza di questi all'atto
di acquisto del terreno per la costruzione della chiesa di S. Nicolò), che il
priore di S. Esuperanzio godeva allora di grande prestigio (come attestano la
sua elevazione al ruolo di ordinario della diocesi dal 1250 al 1263 e il suo
successo nella susseguente controversia con il vescovo di Osimo circa il diritto
di esenzione). Il secondo quarto e la seconda metà del XIII secolo erano quindi
un periodo assai propizio all'affermazione e all'espansione del priorato di S.
Esuperanzio, per cui non meraviglia la costruzione quasi contemporanea delle
chiese di S. Nicolò e di S. Esuperanzio", A.
Cherubini, Architettura e scultura medievali nel territorio di Cingoli,
in AA.VV., Cingoli
dalle origini al sec. XVI. Contributi e ricerche, "Studi
Maceratesi" 19, Macerata 1986, pp. 168-169.
Fonte:
A. Pennacchioni, La monumentale chiesa di S.Esuperanzio in Cingoli,
Cingoli 1978, p. 63
P. Appignanesi, Guida della città e del territorio, in Cingoli. Natura
Arte Storia Costume, Cingoli 1994, p. 80
A. Cherubini, Architettura e scultura medievali nel territorio di Cingoli,
in AA.VV., Cingoli dalle origini al sec. XVI. Contributi e ricerche,
"Studi Maceratesi" 19, Macerata 1986, pp. 168-169