Il giorno di S. Croce (3 maggio) è ancora viva nel territorio cingolano la tradizione di piantare nei campi una croce fatta di canne sulla quale vengono posti dei ramoscelli di ulivo benedetti la Domenica delle Palme o nel giorno di S. Pietro Martire (29 aprile). Lo scopo di questo rituale è quello di proteggere le colture dai temporali e dalla grandine.

L'uso della palma benedetta come scongiuro è piuttosto antico.

Padre Prospero Domenico Maroni nelle sue Decisiones prudentiales lo condanna insieme alla catena del fuoco. Nel paragrafo 55 del capitolo De' superstitiosi in generale si legge: "Quelli che pongono fuori dalla finestra la catena per far piovere, o pure la trascinano per casa, quando tempesta, a ciò non abbia a tempestare, né far danni; o pure bruciare le palme benedette, dicendo che il fumo di esse trattengono (sic) la tempesta" (1).

Di questa tradizione si hanno testimonianze anche in altre zone dell'Italia centro-meridionale. In Toscana, a S. Stefano di Calcinaia (Lastra a Signa, Firenze) "per impedire che un fulmine cada su di un pagliaio i contadini mettono sulla cima di esso una croce fatta con canne, un ramo d'ulivo benedetto e un fiocchetto rosso".

In Umbria, a Monteleone di Orvieto (Terni) il 3 maggio "era la festa della Confraternita del Crocefisso: nella chiesa omonima si svolgeva una solenne messa e funzioni religiose con la benedizione delle piccole croci da mettere nei campi fatte di canne, adorne delle candeline benedette il giorno della Candelora e dei ramoscelli d'ulivo della domenica delle palme".

In Molise, a Casalciprano (Campobasso) durante i festeggiamenti del Patrono San Cristanziano "si celebra la santa messa in suo onore e vengono benedette alcune croci realizzate con canne, le quali verranno poste all'interno dei campi per proteggerli da avversità atmosferiche".

In Puglia, a Otranto (Lecce) "...molto spesso, questi rametti [di ulivo] tornavano nei campi, negli orti, nelle vigne, tra i prati, dove i contadini, fissandoli su una canna, li sistemavano al centro del podere. Questo rito aveva la funzione di rendere fertile il terreno e di propiziare un buon raccolto".

In Calabria, a Caria (Vibo Valentia) "il 3 maggio invenzione della Santa Croce i contadini portavano (e ancora oggi portano) nei loro campi una Croce fatta di canne e ornata da rametti di ulivo benedetti in chiesa la domenica delle palme; al termine della mietitura questa croce veniva portata sull’aia e inalberata sulla sommità delle biche".

 


(1) Anna M. Eustacchi-Nardi, Contributo allo studio delle Tradizioni Popolari marchigiane, Leo S. Olschki Editore, Firenze 1958 in B. Salvucci (a cura di), Dall'Olivo all'olio. Storia, tradizioni, miti e curiosità, Pollenza 2002, p.193

 

 

Croci di canne da alcune frazioni di Cingoli

 
Avenale, 27/6/2004

 

 

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