La simulazione del cielo antico
Il punto di partenza base di qualsiasi speculazione in campo
Archeoastronomico è la conoscenza adeguata del cielo visibile
all'epoca in cui il reperto fu prodotto e nel luogo in cui il
reperto è (o era) fisicamente ubicato.>
Varia e complessa è la problematica relativa alla simulazione
del cielo visibile presso un dato punto del pianeta ed in
corrispondenza di una determinata epoca generalmente molto remota.
Prima di tutto è necessario avere a disposizione un buon
simulatore delle posizioni degli oggetti celesti capace di
trasporre le posizioni in maniera sufficientemente accurata.
Per quanto riguarda il Sole e le stelle esistono dei buoni
algoritmi di calcolo, ma per quanto riguarda la Luna la situazione
diventa molto più complicata a causa delle irregolarità del moto
lunare.
In ogni caso una ricerca seria presuppone una conoscenza molto
approfondita del software che viene utilizzato per eseguire le
simulazioni e delle sue caratteristiche pena arrivare a
conclusioni completamente errate.
L'Analisi statistica dei reperti
Un altro potente mezzo di indagine è rappresentato
dall'applicazione delle tecniche statistiche all'analisi dei
reperti. L'analisi statistica è però possibile solamente qualora
il numero dei campioni che costituiscono il reperto sia sufficientemente
elevato.
Se il numero dei campioni è limitato viene violato uno dei
requisiti fondamentali per poter applicare le tecniche
statistiche.
In questo caso è ben difficile riuscire ad ottenere risultati
degni di fede.
La carenza di campioni è un problema cronico in
Archeoastronomia. I campioni disponibili devono essere non solo
numerosi, ma anche statisticamente significativi.
Facciamo un esempio. Supponiamo che il reperto sia costituito
da un gruppo di sepolture presenti
in una necropoli antica. L'obiettivo sia, ad esempio, analizzare
la distribuzione degli assi delle
singole sepolture con lo scopo di verificare se esistono o meno
orientazioni preferenziali e in un secondo tempo, se le direzioni
così individuate possono o meno essere astronomicamente
significative.
In questo caso il numero di oggetti (tombe) deve essere
abbastanza elevato (diciamo almeno 20 o 30) altrimenti sarà ben
difficile costruire sperimentalmente una distribuzione di
frequenze sufficientemente definita per poter fornire indicazioni
affidabili.
D'altra parte dobbiamo tener presente che se anche la
necropoli fosse composta da sepolture prodotte da una singola
popolazione, la loro distribuzione cronologica potrebbe essere
abbastanza ampia. In questo caso differenti sezioni della
necropoli potrebbero essere state sviluppate in epoche
sensibilmente differenti durante le quali i criteri di sepoltura
potevano essere variati più volte con il trascorrere dei secoli.
In questo caso analizzare tutta la necropoli nel suo complesso
equivarrebbe ad utilizzare un campione statistico di scarsa
significatività e i risultati che si otterranno non potranno
essere considerati degni di fede.
Dobbiamo comunque ricordare che in Archeoastronomia
l'omogeneità e la significatività dei campioni statistici sono
requisiti fondamentali, ma difficilmente raggiungibili.
Un notevole passo avanti può essere fatto sostituendo le
tecniche statistiche con quelle basate sulla cosiddetta "Fuzzy
Logic".
In questo caso è possibile affrontare con successo situazioni
tipiche in campo Archeoastronomico e cioè situazioni e problemi
di interpretazione in cui il grado di incertezza inerente è
talmente elevato da precludere il raggiungimento di risultati
affidabili mediante la Statistica.
In questo caso l'incertezza risiede proprio nel fenomeno che
si cerca di interpretare e non nel metodo adottato per
interpretarlo. Alcuni esempi di queste particolari situazioni, comuni in
Archeoastronomia sono i seguenti:
a) l'identificazione dei corpi celesti (Sole, Luna, Stelle e
Pianeti) verso i cui punti di sorgere e/o tramontare all'orizzonte
locale osservabile presso un sito archeologico di rilevanza
astronomica, potevano essere in origine stati diretti gli
allineamenti che rileviamo in quel sito. Ad esempio il santuario celtico di Libenice, a 9 Km da
Praga mostra 35 buche nelle quali in origine erano infissi dei
pali che con grande probabilità servirono per definire le
direzioni verso le quali la levata o il tramonto di talune stelle
potevano essere osservate dai Druidi della tribù celtica dei Boi,
in corrispondenza di talune date lungo il corso dell'anno, intorno
al 500 a.C. In
questo caso il grado di incertezza inerente è molto elevato in
quanto molti oggetti celesti, per lo più stelle, potrebbero
essere candidati ad essere il reale obiettivo dell'allineamento. La corretta identificazione degli oggetti trascende
l'impiego delle usuali tecniche statistiche, ma la Logica Fuzzy
permette di ottenere valide risposte, ovviamente tenendo sempre
ben presente il grado di indeterminazione tipico del problema.
b) La ricostruzione della struttura di un calendario antico
sulla base delle iscrizioni e dei simboli che accompagnano i
giorni elencati sul reperto. Il caso classico è quello del calendario
celtico i cui frammenti furono dissotterrati nel 1897 presso
Coligny, nel sud della Francia, che risale al 200 d.C., ma che
rappresenterebbe fedelmente la struttura del calendario rituale
celtico in uso almeno 5 secoli prima.
Esso possiede una struttura
quinquennale basilarmente lunare, codificando nello stesso tempo
anche un insieme di regole molto ingegnose che permettevano il
calcolo, in tempo reale, delle date basate sul moto apparente del
Sole partendo dalle corrispondenti date lunari.
Sulla tavola di bronzo,
disponibile in maniera frammentaria, si possono leggere
complessivamente circa 2500 iscrizioni giornaliere in lingua
gallica e caratteri latini le quali sono riportate abbreviate e
con l'omissione di alcuni caratteri secondo uno schema casuale.
Il fatto che la mancanza di molti frammenti
(solamente circa metà del calendario è coperto dai frammenti
disponibili) implica un interessante problema di ricostruzione dei
contenuto dei frammenti mancanti.
Questo è un tipico problema detto "di
generalizzazione" che è molto adatto ad essere risolto da
una rete neuronale artificiale che sia addestrata a fare del
"pattern recognition". La distribuzione delle iscrizioni giornaliere e
mensili è fortemente legata al meccanismo di trasposizione dei
tempi impiegato dai Druidi il quale è stato ricostruito solamente
negli ultimi anni da A. Gaspani e S. Cernuti mediante l'impiego di
sistemi neuronali artificiali basati sulla logica "fuzzy".
c) Calcolo della data di levata o tramonto eliaci di una
stella in corrispondenza di una determinata località geografica,
in una certa epoca nell'antichità. Questo problema sembrerebbe a
prima vista solamente una questione di Astronomia Sferica e quindi
risolvibile calcolando archi e angoli sulla sfera celeste.
Infatti basterebbe calcolare la
longitudine eclittica del Sole in corrispondenza della quale sia
esso che la stella si trovino in particolari posizioni reciproche
rispetto all'orizzonte locale. Dalla longitudine eclittica del Sole si può ricavare la
data della levata o del tramonto eliaci per la stella considerata.
Il metodo descritto è matematicamente corretto, e cosi fu
applicato fino
ai giorni nostri dagli archeoastronomi, però funzionerebbe bene
solamente se la Terra fosse priva di atmosfera.
Un modello più
sofisticato e più realistico deve tenere conto sia della proprietà ottiche dell'atmosfera e degli effetti
prodotti dalla diffusione della luce solare al crepuscolo, sia
delle caratteristiche neurofisiologiche del sistema visivo umano
in quanto nell'antichità
le levate eliache (o i tramonti eliaci) erano osservati ad occhio
nudo.
In questo caso solo una rete
neuronale artificiale può riprodurre con sufficiente
approssimazione quello che veramente accade e quindi essere in
grado di fornire una consistente valutazione del giorno dell'anno
in corrispondenza del quale avveniva la levata o il tramonto
eliaco di una stella in una certa epoca antica. Avendo introdotto le reti neuronali artificiali come mezzo
efficiente per
risolvere problemi archeoastronomici è necessario dire
qualcosa in più relativamente ad esse.
Le Reti
Neuronali Artificiali in Paleoastronomia
Durante gli ultimi anni sono andate affermandosi nuove
metodologie utili alla soluzione di molti problemi matematici la
cui complessità è tale da non essere affrontabili in maniera
adeguata mediante tecniche basate su algoritmi dotati di una
struttura predefinita. Tra queste nuove tecniche vanno annoverate le Reti Neuronali
Artificiali.
Un algoritmo sequenziale con struttura predefinita
prevede una sequenza finita di operazioni da eseguire fissata in
anticipo e generalmente scelta in relazione al problema da
risolvere. Un algoritmo di questo genere, una volta codificato in un
programma per computer, è in grado di risolvere solamente un
determinato problema o una limitata classe di problemi molto
simili a quello per cui l'algoritmo è stato originalmente
progettato. Le reti neuronali artificiali invece si basano su un principio
completamente differente. Esse tentano di simulare in modo abbastanza grossolano, ma con
buone prestazioni, il modo con cui la corteccia cerebrale del
cervello degli esseri viventi analizza ed elabora le informazioni
provenienti dallo ambiente circostante.
In questo caso il metodo di analisi dell'informazione non
prevede più una sequenza prefissata di operazioni strettamente
legate alla natura del problema da risolvere e da eseguire secondo
uno schema rigido e fissato in anticipo, ma solamente alcune
semplici regole di calcolo del tutto generali che nulla hanno a
che fare con il problema sul tappeto, ma che permettono alla rete
neuronale artificiale di "imparare" a risolvere quel
problema dopo che le si è presentato in ingresso un campionario
più vasto possibile di dati iniziali e di corrispondenti
soluzioni.
In altri termini, una rete neuronale artificiale deve essere
preventivamente "addestrata" a risolvere un dato
problema o una classe di problemi nello stesso modo in cui un
essere vivente apprende
la metodologia più efficace per trarre informazioni utili dalla
elaborazione delle informazioni provenienti dall'ambiente che lo
circonda.
Successivamente, quando l'addestramento sarà sufficientemente
avanzato essa sarà in grado di risolvere con successo non un solo
problema, come avviene negli algoritmi sequenziali tradizionali,
ma tutti i problemi appartenenti alla stessa classe a cui i dati
utilizzati per l'addestramento
si riferiscono.
In Archeoastronomia abbondano i problemi che risultano essere
molto adatti ad essere affrontati mediante le reti neuronali
artificiali. Ad esempio possiamo citare taluni problemi di
ricostruzione di circostanze e situazioni legate al verificarsi di
taluni fenomeni celesti nell'antichità oppure problemi di
interpretazione dei reperti la cui complessità risulta troppo
elevata per essere trattati mediante usuali tecniche statistiche.
Un'altro campo in cui le prestazioni delle reti neuronali
artificiali risultano superiori è quello dell'automatizzazione
delle procedure di analisi per mezzo di sistemi intelligenti in
grado di decidere (dopo una opportuna fase di addestramento su
soluzioni note) quale sia la via più
conveniente da seguire per analizzare un determinato
reperto archeologico mettendo in evidenza se il reperto abbia o
meno rilevanza astronomica.
Nei paradigmi neuronali artificiali NON è rigidamente
pre-codificato un insieme finito e rigido di criteri o scelte
possibili come accade per le applicazioni basate sull'Intelligenza
Artificiale.
In questo caso la macchina neuronale artificiale è in grado
di compiere scelte autonome sulla base del suo grado di
addestramento e non dei criteri di valutazione propri del loro
programmatore. Vediamo ora alcuni esempi di problemi in cui
l'approccio basato sulle reti neuronali artificiali risulta molto vantaggioso:
a) L'analisi
automatizzata della distribuzione spaziale delle sepolture
all'interno di una necropoli antica.
b) La stima
dell'orientazione globale di una necropoli antica. In questo caso
l'approccio basato sulle reti estrattrici di componente principale
(PCANN: "Principal Component Artificial Neural Nets) risulta molto efficiente. In questo caso il
vettore che definisce la componente principale è legato, mediante
rigorosa teoria, all'azimut che identifica la direzione complessiva di orientazione della intera
necropoli.
c) La costruzione
sperimentale della "Funzione Densità di Probabilità" direttamente
sulla base dei reperti disponibili quando i campioni sono scarsi o
poco omogenei. In questo caso risulta molto vantaggioso l'impiego
delle reti neuronali artificiali cosiddette "a Base
Radiale" per via delle proprietà matematiche delle funzioni
da esse impiegate. Altrettanto vantaggioso in questo caso risulta
l'impiego delle reti neuronali artificiali probabilistiche, dette
reti PNN o Probabilistic
Neural Nets.
Sistemi "Neuro-Fuzzy"
Qualora un problema risolvibile mediante una rete neuronale
artificiale contenga una elevata quantità di incertezza inerente è
possibile codificare un paradigma neuronale basato sulla logica
fuzzy e applicarlo con successo alla soluzione di problemi di
rilevamento e interpretazione quali, ad esempio, l'analisi
automatizzata di un sito in cui siano presenti marcatori (monoliti o buche di palo) che potrebbero identificare allineamenti diretti, in
origine, verso i punti dell'orizzonte locale in cui sorgevano o tramontavano la Luna, il Sole o talune stelle in certi
giorni dell'anno. Gli elementi di incertezza sono,
in questo caso, i seguenti:
a) Incertezza sulla datazione del sito, che si riflette
direttamente nell'epoca adottata per il calcolo dell'azimut di
sorgere o tramontare degli Astri e che condiziona direttamente i
risultati che possono essere ottenuti.
b) Incertezza sul posizionamento originario dei
marcatori all'interno del sito archeologico che riteniamo essere
possibilmente astronomicamente significativo. Anche questo fatto
condiziona fortemente i risultati ottenibili.
c) Discriminazione tra allineamenti di natura puramente
architetturale da allineamenti possibilmente astronomicamente
significativi. In questo caso esistono configurazioni di
marcatori, soprattutto buche di palo, la cui regolarità e la cui
ridotta distanza reciproca suggerirebbero una maggior probabilità di
uso architettonico (per esempio pali destinati a sostenere una
struttura di copertura) che di uso astronomico (pali infissi per
definire direzioni e allineamenti).
Tutti questi casi hanno in comune una generale difficoltà a
classificare correttamente i possibili allineamenti entro il sito
considerato che abbiano rilevanza astronomica.
Allineamenti esatti e allineamenti
simbolici
Gli allineamenti che possiamo rilevare nei siti di interesse
archeoastronomico possono essere di due tipi: Allineamenti esatti
e Allineamenti Simbolici.
Allineamenti Esatti
Gli allineamenti di monoliti o buche di palo sono stati in
passato considerati come realizzazioni statistiche di direzioni
esatte orientate verso precisi punti dell'orizzonte locale (Thom,
1966). L'errore di posizionamento era, secondo questo modo di
vedere le cose, descrivibile in termini di variabili casuali che
ammettono una funzione Densità di Probabilità, quindi l'analisi
del sito poteva procedere con l'impiego di metodi basati sulla
Statistica.
Allineamenti Simbolici
Gli allineamenti simbolici richiedono invece solo che il
posizionamento dei marcatori (monoliti e/o pali) fosse disposto già
in origine in maniera grossolana, non per cattivo lavoro da parte
dei costruttori, ma perché non esisteva la reale necessità di
costruirli esattamente diretti
verso un determinato punto dell'orizzonte locale dove sorgeva un
astro. Allineamenti di questo tipo non sono trattabili mediante gli
usuali metodi statistici, ma richiedono l'applicazione di tecniche
basate sulla Logica Fuzzy.
Appare quindi come ragionamento naturale il ritenere che
esista un duplice approccio possibile alla classificazione degli
allineamenti astronomicamente significativi secondo lo schema
seguente:
Tipo di allineamento rilevabile in un sito
|
Metodologia
di Analisi |
Note |
Allineamento esatto
|
Statistica
(Probabilità) |
Non esistono! |
Allineamenti simbolici
|
Fuzzy Logic
(Possibilità) |
Tutti... |
|
Rilevazione di siti archeoastronomici mediante sistemi
neuro-fuzzy
La Logica Fuzzy (Zadeh, 1965) sostituisce alla nozione di
"Probabilità" quella di "Possibilità" e a
quella di "Distribuzione di Probabilità" quella di
" Funzione di Appartenenza" (ad un insieme fuzzy).
L'analisi di un allineamento presente in un sito procederà
calcolando non più la probabilità che esso sia diretto verso il
punto di sorgere (o tramontare) di un certo astro ad una certa
data durante l'anno, bensì la possibilità che il punto
individuato dall'allineamento sia in relazione con una stella o un
gruppo di stelle che sorgevano tutte nelle immediate vicinanze di
quel punto dell'orizzonte locale ad una certa epoca.
Ciascuna stella costituisce il centro di un insieme fuzzy (Fuzzy
Set) e ogni allineamento rappresenta un punto all'interno di
quell'insieme. L'insieme ha i contorni "sfumati" (Fuzzy)
in quanto non possiamo sapere quale fosse in origine il criterio
simbolico adottato da chi costruì il sito in esame. Pur non
avendo un confine ben definito siamo obbligati comunque a
stabilire, per ragioni pratiche, una dimensione per gli insiemi
fuzzy utilizzati durante la rilevazione e l'analisi di un sito.
Molti fattori condizionano la dimensione di un insieme, tra di
essi alcuni rivestono particolare importanza. Essi sono i seguenti:
a) L'incertezza sulla Datazione del Sito. Infatti
l'azimut teorico di sorgere e/o tramontare di una stella può
variare per effetto della Precessione che cambia la sua
Declinazione.
b) L'incertezza sulla disposizione dei marcatori la
quale introduce un inevitabile errore nell'azimut identificato
dall'allineamento.
c) Scarsa conoscenza del profilo dell'orizzonte fisico
e della sua altezza apparente rispetto all'orizzonte astronomico
locale. In questo caso possono essere introdotti errori nel valore
teorico dell'azimut di sorgere e/o tramontare degli astri.
Le stelle importanti per le culture
antiche
Le stelle importanti nell'ambito dell'Astronomia antica furono
quelle la cui magnitudine visuale apparente era maggiore
(numericamente) della 3.0. Le stelle più deboli non erano
agevolmente osservabili ad occhio nudo con continuità, durante
l'anno a causa della variazione di trasparenza del cielo.
In totale si rileva che complessivamente sulla sfera celeste
erano prese in considerazione dagli antichi, al massimo, 140
stelle con piccole variazioni dovute alla latitudine del luogo di
osservazione. Ad esempio, la ripartizione delle stelle visibili a
47 gradi di latitudine Nord (latitudine geografica dove mediamente
si sviluppò la Cultura Celtica durante l'Età del Ferro) è la
seguente:
Magnitudine Visuale
|
Numero di Stelle Visibili |
0 - 1
|
10 (10)
|
1 - 2
|
25 (35)
|
2 - 3 |
84 (124) |
A 47 gradi di latitudine geografica era visibile nel 500 a.C.
una frazione di sfera celeste pari al 84.1%. Il sorgere e il
tramonto di queste stelle all'orizzonte locale erano comunemente
osservati (e registrati) dagli astronomi appartenenti alle culture
antiche. Questo fatto è testimoniato direttamente da documenti
antichi redatti mediante la scrittura presso gli Egiziani, i
Caldei, i Greci e altre popolazioni europee.
La registrazione poteva avvenire per mezzo di allineamenti di
monoliti e/o pali in legno i quali contrassegnavano la posizione
del sorgere o del tramonto degli astri sul cerchio apparente
dell'orizzonte locale.
Fenomeni stellari
importanti
Oltre all'osservazione del sorgere e del tramontare ordinario
degli astri, venivano osservati e registrati alcuni fenomeni di
particolare importanza, soprattutto dal punto di vista agricolo e
rituale. Tra questi abbiamo le "Levate Eliache", i
"Tramonti Eliaci", le "Levate Acroniche" e i
"Tramonti Acronici".
-
La Levata Eliaca
La Levata Eliaca di una stella si riferisce al primo giorno di
visibilità, ad occhio nudo, dell'oggetto prima del sorgere del
Sole. In questo caso la stella si trova all'alba pochi gradi sopra
orizzonte locale, mentre il Sole è ancora alcuni gradi sotto di
esso.
Stella
*
---------------------
orizzonte Est
O
Sole
-
Il
Tramonto Eliaco
Il Tramonto Eliaco di una stella si riferisce all'ultimo
giorno di visibilità visuale dell'oggetto appena dopo il tramonto
del Sole.
La configurazione è simile a quella della levata eliaca,
eccezion fatta per il segmento di orizzonte interessato che è
quello occidentale invece di quello orientale come avviene per la
levata eliaca.
Stella
*
---------------------
orizzonte Ovest
O
Sole
-
Levata Acronica
La Levata Acronica di una stella si riferisce al primo sorgere
dell'oggetto, all'orizzonte Est appena dopo il tramonto del Sole.
In questo caso la stella diviene visibile a causa della
diminuzione della luminosità del cielo all'imbrunire, man mano
che il Sole scende sotto
l'orizzonte locale.
Stella
*
sud
orizzonte Est
--------------|--------------
orizzonte Ovest
O
Sole
-
Tramonto Acronico
Il Tramonto Acronico di una stella si riferisce all'ultimo
giorno di visibilità, ad occhio nudo, dell'oggetto poco prima del
suo tramonto all'orizzonte Ovest appena prima del sorgere del Sole
all'alba.
Stella
sud
*
orizzonte Est --------------|-------------- orizzonte Ovest
O
Sole
Gli eventi eliaci erano correntemente osservati presso le
popolazioni antiche, mentre gli eventi acronici erano meno seguiti
in quanto il margine d'errore che poteva essere raggiunto mediante
l'osservazione visuale era consistentemente più elevato rispetto
a quello dei fenomeni eliaci.Le popolazioni antiche misero a punto anche alcuni metodi,
giunti fino a noi, per prevedere le levate e i tramonti eliaci. I
risultati oggettivamente documentati dai testi redatti mediante la
scrittura ci permettono di affermare che i Cinesi, i Caldei, gli
Egiziani e i Greci furono dei fuoriclasse in questo genere di
calcolo, almeno per quanto concerne le stelle situate in prossimità
dell'eclittica. Nel caso delle stelle disposte sulla sfera celeste
lontano dal cerchio dell'eclittica
le previsioni erano caratterizzate da un successo molto più
scarso.
Il metodo comunemente seguito dagli antichi per prevedere la
data di levata eliaca nel caso delle stelle eclitticali era di
determinare la data di congiunzione della stella con il Sole e
aggiungere poi a questa data un numero di giorni dipendenti dal
cosiddetto "Arcus Visionis". In realtà spesso veniva usato anche il metodo di aggiungere
un numero di giorni prefissato per ogni aggetto alla data del
solstizio estivo oppure a quella del solstizio invernale.
Arcus Visionis
L'"Arcus Visionis" definito in accordo con quanto
affermato da Tolomeo è definito come la somma tra l'altezza
apparente della stella sull'orizzonte locale e la depressione del
Sole rispetto allo stesso orizzonte.
Definendo "hs"
l'altezza apparente della stella e "ho" la depressione
del Sole avremo:
Arcus Visionis = hs -
ho
*
| hs
-------+-----------+----------
Orizzonte Locale
| ho
O
Il Sole durante la levata eliaca dovrà essere sotto
l'orizzonte, altrimenti la stella non potrà essere osservata
visualmente ad occhio nudo, quindi sarà sempre: ho<0. L'"Arcus Visionis" dipende dalla magnitudine visuale
apparente della stella e dalla luminosità del fondo cielo dovuta
alla diffusione della luce del Sole posizionato ancora sotto
l'orizzonte. La luminosità del cielo sarà una funzione della posizione
del Sole rispetto all'orizzonte, ma anche dei parametri
atmosferici che descrivono il comportamento ottico dello strato
d'aria in prossimità dell'orizzonte locale.
La conseguenza immediata di tutto ciò è che esisteranno dei
valori ottimali per "ho" e "hs" affinché la
levata eliaca di una stella sia osservabile presso una data
località geografica in un determinato giorno dell'anno. Come vedremo questo vale dal punto di vista teorico, poi
esisteranno dei ritardi nell'osservabilità reale del fenomeno che
dipenderanno dal comportamento locale imprevedibile dell'atmosfera
terrestre. La descrizione di questi comportamenti di natura
puramente stocastica può essere ragionevolmente ottenuta
affrontando il problema mediante le reti neuronali artificiali.
A titolo di esempio possiamo considerare una stella fittizia
la cui posizione sulla sfera celeste sia pari a quella di Sirio e
variare la sua magnitudine. Mediante il programma HELNET, su cui ritorneremo diffusamente
più oltre, è possibile predire le altezze sull'orizzonte del
Sole e della stella il giorno dell'anno in corrispondenza del
quale sarà possibile teoricamente osservare la levata eliaca
della stella. I parametri atmosferici sono stati fissati in Kv=0.2
(coefficente di estinzione) e Mz=6.0 (magnitudine visuale limite
allo zenith) in modo da simulare un cielo in condizioni molto
buone per l'osservazione visuale.
Magnitudine visuale
della stella |
Altezza della
stella sull'orizzonte locale |
Depressione del Sole sotto
l'orizzonte locale |
Arcus Visionis |
Mv |
hs
(gradi) |
ho
(gradi) |
AV
(gradi) |
|
|
|
|
-4.0 |
2.4 |
-2.6
|
5.0
|
-3.0
|
2.5
|
-3.5
|
6.0
|
-2.0 |
2.7
|
-4.5
|
7.2
|
-1.0
|
3.0 |
-5.5
|
8.5
|
0.0
|
2.6
|
-6.5 |
9.1 |
1.0
|
4.4
|
-7.7
|
12.1 |
2.0
|
6.2
|
-9.1
|
15.3
|
3.0
|
3.3
|
-15.1
|
18.4
|
4.0
|
4.8 |
-15.5
|
20.3
|
5.0 |
9.4
|
-15.3 |
24.7
|
|
Nel caso delle altezze sull'orizzonte locale e dell'Arcus
Visionis, la latitudine del luogo di osservazione influisce in
maniera trascurabile, come pure l'epoca per cui il calcolo viene
eseguito. L'Arcus Visionis rimane pressoché indipendente dalla
data di osservazione in quanto esso dipende dal gradiente di
luminosità del fondo cielo e dalle magnitudini del Sole e
dell'oggetto in levata eliaca. Quello che cambierà sarà la data
durante l'anno in cui la levata eliaca avrà luogo. A titolo di confronto riportiamo i valori indicati da Tolomeo
nello Almagesto:
Magnitudine
visuale |
Altezza
della stella |
Altezza
del Sole |
Arcus
Visionis |
Mv |
hs
(gradi) |
ho
(gradi) |
AV
(gradi) |
|
|
|
|
1.0 |
1.0 |
-11.0 |
12.0 |
2.0 |
2.0 |
-14.0 |
16.0 |
|
Analizzando la letteratura antica possiamo rilevare i valori
accettati per l'Arcus Visionis presso alcune civiltà antiche
relativamente alla levata eliaca del pianeta Venere (riportati
tutti alla stessa latitudine).
Autore |
Arcus Visionis (gradi)
|
Tolomeo
|
5 gradi
|
Astronomi Cinesi
|
8.6
gradi
|
Astronomi Babilonesi
|
6 gradi
|
|
Il programma HELNET permette di calcolare un valore pari a 8
gradi dando così ragione agli astronomi Cinesi i quali ancora una
volta si confermano tra i migliori osservatori del mondo antico.
La predizione teorica delle date di levata eliaca
Il calcolo teorico delle date di Levata Eliaca, Tramonto
Eliaco, Levata Acronica e Tramonto Acronico può essere affrontato
secondo vari algoritmi.
Prima di tutto esistono i metodi di tipo puramente geometrico
tra i quali rileviamo la Regola di Tolomeo (200 d.C.) e algoritmo
di Millosevich (1916). La Regola di Tolomeo, che risale a circa 1800 anni fa, ci
insegna che la predizione del giorno dell'anno in cui la levata
eliaca di una stella avviene può essere calcolato aggiungendo
alla data di congiunzione eliaca della stella un numero di giorni
dipendente dal valore dell'Arcus Visionis e quindi, in definitiva,
dalla magnitudine visuale apparente della stella. Questa tecnica è in realtà valida solo per le stelle poste
molto vicino all'eclittica, mentre lo stesso Tolomeo scrive che
per le stelle distanti dall'eclittica è necessario applicare la
Trigonometria Sferica.
L'Algoritmo di Millosevich, pubblicato dal gesuita, nel 1916,
e applicato al caso della levata eliaca di Sirio al tempo e nei
luoghi della civiltà Egiziana, applica i principi dell'Astronomia
Sferica determinando analiticamente il giorno dell'anno in cui
Sirio fosse esattamente sull'orizzonte locale, mentre il Sole era
posizionato sotto di esso di 11 gradi (valore questo indicato
proprio da Tolomeo).
Esistono poi metodi di natura puramente empirica nei quali la
data di levata eliaca viene calcolata aggiungendo un certo numero
di giorni dalla data di un solstizio. Questi algoritmi, diffusi per esempio tra gli Egizi e i
Babilonesi erano basati su lunghe serie di osservazioni empiriche
che avevano prodotto lunghe tabelle di registrazioni geroglifiche
e cuneiformi ancora oggi rilevabili sui papiri e sulle tavolette
di terracotta.
Dal tempo di Tolomeo (200 d.C. circa) nessun progresso fu
fatto in questo campo fino al 1985 anno in cui B. Shafer pubblica
un algoritmo che tiene conto sia della Astronomia Sferica sia
della fisica dell'atmosfera della Terra e della risposta
soggettiva del sistema visuale umano. Il metodo di Schafer è un processo di ottimizzazione che
cerca iterativamente di determinare la data durante l'anno e le
altezze "hs" e "ho", di prima visibilità
della stella ad una latitudine geografica e per un'epoca
arbitrarie.
Un decisivo passo avanti è stato compiuto con lo sviluppo di
HELNET, un sistema neuronale artificiale basato sulla Logica Fuzzy
sviluppato nel 1996 da A. Gaspani e di cui daremo una breve
descrizione dei principi
che ne regolano il funzionamento.
Il programma HELNET
HELNET è un sistema Neuro-Fuzzy capace di simulare un sistema
dinamico in cui sono codificate le necessarie equazioni che
regolano il moto apparente del Sole sulla sfera celeste, gli
algoritmi di Precessione per
la trasposizione indietro nel tempo delle coordinate equatoriali
delle stelle, alcune equazioni relative alle proprietà ottiche e
di diffusione luminosa all'interno della atmosfera terrestre e un
modello matematico del comportamento del sistema visivo umano.
In input vengono fornite le coordinate equatoriali della
stella, la sua magnitudine visuale apparente, la posizione
geografica dell'osservatore, l'epoca remota, presente o futura per
cui la predizione della levata o del tramonto eliaco, deve essere
eseguita e alcuni parametri relativi all'ottica locale dell'atmosfera.
In output si ottiene la data predetta (Giuliana o Gregoriana)
della levata eliaca della stella, le altezze apparenti "hs"
e "ho" sull'orizzonte locale del luogo di osservazione,
quindi l'Arcus Visionis e gli azimut di prima visibilità sia del
Sole che della stella.
La rete neuronale artificiale è in grado di fornire oltre
alla data teorica di osservazione anche una valutazione del numero
di giorni di ritardo più probabile che l'osservatore potrebbe
accumulare prima di osservare effettivamente la stella poco prima
del sorgere del Sole a causa del comportamento caotico,
impredicibile e strettamente locale delle condizioni atmosferiche
nella direzione di levata della stella. In questo caso la rete è stata addestrata con circa 600
osservazioni sperimentali di levate e tramonti eliaci, antiche e
moderne reperite in letteratura e con le corrispondenti date
teoriche calcolate mediante gli algoritmi teorici codificati nello
stesso programma. Poiché l'incertezza inerente in questo tipo di problemi è
elevatissima l'approccio Neuro-Fuzzy è potenzialmente il più
adatto ad eseguire predizioni efficaci. Al fine di esemplificare i risultati ottenuti con il programma
HELNET riportiamo alcuni risultati ottenuti relativamente alla
levata eliaca di Sirio predetta per varie epoche e varie località
del pianeta.
Predizione della data di levata eliaca di Sirio
(HELNET)
Coeff.
Estinzione atmosferica |
Magnitudine
visuale. Limite allo Zenith |
Latitudine
geografica (gradi) |
Data
predetta da HELNET |
Epoca |
Kv
|
Mz |
F |
D |
Y |
0.2 |
6.0 |
+30 |
2
Agosto |
1950.0 |
A)
0.3 |
6.0 |
+30 |
4
Agosto |
" |
0.4 |
6.0 |
+30 |
7
Agosto |
" |
0.2 |
5.0 |
+30 |
2
Agosto |
" |
(B)
0.2 |
4.0 |
+30 |
2
Agosto |
" |
0.2 |
3.0 |
+30 |
2
Agosto |
" |
0.2 |
6.0 |
+60 |
4
Settembre |
" |
(C)
0.2 |
6.0 |
0 |
11
Luglio |
" |
0.2 |
6.0 |
-30 |
19
Giugno |
" |
0.2 |
6.0 |
-60 |
15
Maggio |
" |
0.2 |
6.0 |
+30 |
23
Luglio |
1000
d.C. |
(D)
0.2 |
6.0 |
+30 |
13
Luglio |
0
d.C. |
0.2 |
6.0 |
+30 |
4
Luglio |
1000
a.C. |
0.2 |
6.0 |
+30 |
25
Giugno |
2000
a.C. |
|
Il dati riportati in tabella e compresi nei gruppi (A) e (B)
si riferiscono alla predizione della levata eliaca di Sirio
ottenuta variando i parametri atmosferici Kv e Mz. Il gruppo (C) mostra come variando la latitudine del luogo di
osservazione vari moltissimo la data predetta per la levata eliaca
di Sirio. Il gruppo (D) mette in evidenza la variazione della data
predetta per differenti epoche storiche. La latitudine geografica del luogo di osservazione è stata
fissata in questo caso a +30 gradi corrispondente grosso modo alla
latitudine dell'Alto Egitto, luogo in cui le levate eliache di
Sirio vennero effettivamente osservate dagli antichi Egizi. Si nota immediatamente che la variazione più consistente si
ottiene variando la latitudine del luogo di osservazione. Questo
fatto possiede importanti implicazioni dal punto di vista storico.
Analisi di Sensitività
Il programma HELNET permette
quindi di eseguire l'analisi di sensitività che può fornire
importanti informazioni sulla dipendenza della data di
osservazione delle levate eliache dai vari parametri che entrano
in gioco.
La variazione della data di levata eliaca per effetto della
latitudine geografica dell'osservatore è la seguente:
D(d) = 0.92
giorni / grado di latitudine
La variazione della data di levata eliaca per effetto
dell'epoca in cui le osservazioni furono anticamente eseguite
vale:
D(d) = -14 giorni / millennio
La variazione della data di levata eliaca per effetto della
trasparenza atmosferica locale (estinzione):
D(d) = 2.3
giorni / 0.1 unità di Kv
L'effetto della magnitudine visuale limite allo Zenith diventa
importante solamente per stelle più deboli della terza
magnitudine, che però sono di
scarso interesse in Archeoastronomia.
Qualche esempio interessante...
Possiamo ora applicare il programma HELNET a qualche caso
interessante reperibile in letteratura ottenendo risultati
piuttosto emblematici. Ad esempio l'archeoastronomo americano Eddy
ha proposto, nel 1974, che la grande "Ruota della
Medicina", una struttura megalitica costruita dalle tribù
Pellerossa sulla Bighorn Mountain Wyoming (USA), fosse un
osservatorio astronomico dedicato all'osservazione delle levate
eliache di alcune stelle.
Eddy propose che alcuni dei vari bracci presenti nella
struttura megalitica fossero diretti verso il punto dell'orizzonte
presso cui era possibile osservare la levata eliaca di Aldebaran
al Solstizio estivo nel 1700 e, con un mese lunare di intervallo,
Sirio e poi Rigel. Successivamente, nel 1980, un altro archeoastronomo americano,
Robinson aggiunse anche la levata eliaca di Fomalhaut, alla serie
di stelle già proposta da Eddy, osservabile 1 mese lunare prima
del Solstizio estivo. Calcolando la data predetta mediante HELNET
si ottiene che la levata eliaca di Aldebaran avvenne in
coincidenza con il Solstizio estivo nel 1500, cioè ben 200 anni
prima.
Nel 1700 Aldebaran levò eliacalmente 3 giorni dopo il
Solstizio d'estate in accordo con lo spostamento di 1.4 giorni per
ogni secolo come riportato in questa sede. Gli intervalli tra la
levata eliaca di Fomalhaut, Aldebaran, Rigel e Sirio furono
rispettivamente di 27, 26 e 21 giorni e non 29 giorni (un mese
sinodico lunare) in tutti tre i casi come sostennero Eddy e Robinson nei loro lavori
pubblicati. Osservando le altezze
ottenute con HELIAC, le stelle risultano almeno
4 o 5 gradi più alte sull'orizzonte locale rispetto a
quanto Eddy e Robinson proposero e quindi l'errore in azimut vale,
a quelle latitudini, mediamente 5 gradi sull'orizzonte. La conseguenza naturale è che gli allineamenti trovati nel
sito dai due ricercatori americani, guardano in realtà da
un'altra parte e hanno ben poco a che vedere con le levate eliache
delle stelle da loro proposte.
Questo comunque non è il solo esempio che possiamo trovare in
letteratura, infatti eccone un altro altrettanto emblematico.
Antony Aveni, un famoso archeoastronomo americano, propose nel
1978 che le antiche popolazioni Mesoamericane osservassero
periodicamente la levata eliaca di Capella dal Monte Alban il
giorno in cui il Sole raggiungeva per la prima volta lo Zenith,
cioè il 9 Maggio del 275 a.C. Aveni propose questa data basandosi
sull'azimut di orientazione dei reperti archeologici trovati in
loco. HELNET calcola che la data effettiva di prima visibilità di
Capella sia invece il 14 Maggio del 275 a.C. per un cielo pressoché
perfetto (Kv=0.30, Mo=6.0). Probabilmente il fenomeno astronomico importante in relazione
al reperto non era la levata eliaca di Capella, ma qualcos'altro.
Lo stesso autore si pronuncia favorevolmente in relazione alla
osservazione della levata eliaca di Sirio nei giorni prossimi al
Solstizio d'Estate (21 Giugno!!!) del 275 a.C. osservata da
Caballito Blanco dove ci sono reperti archeologici
(astronomicamente) orientati. A parte il fatto che il Solstizio
Estivo nel 275 a.C. non fu il 21 Giugno, bensi il 27 (...non male per uno dei più famosi
archeoastronomi del mondo...),
la levata eliaca di Sirio capitò ben 13 giorni dopo rispetto a
quanto pubblicato da A. Aveni.
Procedure Automatiche di Rilevazione e Analisi di Siti
In questa parte finale riporteremo alcune notizie
relativamente ad alcuni programmi basati sull'impiego delle reti
neuronali artificiali e sulla logica Fuzzy sviluppati con finalità
di rilevazione automatizzata e oggettiva di siti archeologici
dotati di possibile rilevanza astronomica
RIGEL
(Gaspani, 1996). Sistema Neuro-Fuzzy capace, sulla
base delle coordinate dei
marcatori (monoliti, buche di palo) di esaminare tutti gli allineamenti possibili in relazione al sorgere e
tramontare di 140 stelle fino alla terza magnitudine per un epoca
fino al 2500 a.C. E' in grado di mettere in evidenza
tutti i possibili allineamenti astronomicamente significativi
valutando il grado di affidabilità di ciascuno di essi. Il
sistema è addestrato a riconoscere e scartare gli allineamenti di
tipo architetturale anche se apparentemente astronomicamente
significativi.
NETMOON (Gaspani, 1996).
Sistema Neuro-Fuzzy capace, sulla base delle coordinate dei
marcatori (monoliti, buche di palo) di esaminare tutti gli
allineamenti possibili in relazione al sorgere e tramontare della
Luna ai Lunistizi per un epoca remota fino al 10000 a.C. Il
programma è in grado di mettere in evidenza tutti i possibili
allineamenti astronomicamente significativi valutando il grado di
affidabilità di ciascuno di essi. Il sistema è addestrato a
riconoscere e scartare gli allineamenti di tipo architetturale
anche se apparentemente astronomicamente significativi.
NETSUN (Gaspani, 1996). Sistema
Neuro-Fuzzy capace, sulla base delle coordinate dei marcatori
(monoliti, buche di palo) di esaminare tutti gli allineamenti
possibili in relazione al sorgere e tramontare del Sole ai
Solstizi e agli Equinozi per un epoca fino al 10000 a.C. E' in grado di mettere in evidenza
tutti i possibili allineamenti astronomicamente significativi
valutando il grado di affidabilità di ciascuno di essi. Il
sistema è addestrato a riconoscere e scartare gli allineamenti di
tipo architetturale anche se apparentemente astronomicamente
significativi.
Tratto
da: Archeoastromia,
sito web di A. Gaspani

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