Anche
in altre zone di Cingoli, come ad esempio sui terrazzi alluvionali lungo
il Musone, affiorano numerosi ciottoli di selce. E’ importante però
sottolineare che la maggior parte dei siti del Paleolitico si
concentrano intorno a questi 6 centri a dimostrazione che essi
rappresentarono i principali luoghi di approvvigionamento della materia
prima
(Figura 7).
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Figura
7 - Siti del Paleolitico in rapporto ai centri di
approvvigionamento della selce |
Un’interessante applicazione di
Idrisi, usata insieme a
questo tipo di analisi, è il modulo Thiessen
che permette una suddivisione dello spazio in un certo numero di
poligoni.
Il
metodo dei poligoni di Thiessen permette di suddividere geometricamente
lo spazio in zone di pertinenza di ogni punto. A ciascuno di essi viene
attribuita un’area che si trova più vicina a esso che a qualunque
degli altri punti. Lo spazio viene così suddiviso da una serie di linee
che sono equidistanti dai due punti a esse più vicini. Il risultato sarà,
pertanto, una serie di poligoni, tanti quanti sono i punti,
all’interno dei quali se ne troverà solo uno.
I
poligoni di Thiessen risultano utili per avere un modello teorico della
configurazione delle zone di influenza e delle aree di
approvvigionamento relativi ai singoli punti. Questo metodo è stato
impiegato per avere uno schema della suddivisione dei territori
controllati dalle città. In questo modo, lungi dal voler ricostruire la
realtà antica, si cerca di individuare i territori che sono più
facilmente raggiungibili da una certa città piuttosto che da altre. Il
paesaggio che si ottiene con questo metodo è un modello ideale e
astratto della realtà; le suddivisioni vengono infatti tracciate come
se il territorio fosse perfettamente uguale e omogeneo. Per creare dei
modelli che si avvicinino di più alla realtà è possibile adottare
delle correzioni che tengano conto della geografia del paesaggio, invece
che calcolare la distanza in linea d’aria.
Per ottenere una suddivisione del territorio che mi
consentisse quindi di valutare la potenzialità dei singoli centri ho
utilizzato il modulo Thiessen.
Il risultato è una partizione del territorio in 6 poligoni, quindi 6
bacini di approvvigionamento, all’interno dei quali si trovano un
certo numero di siti che utilizzarono come fonte di materia prima il
bacino corrispondente
(Figura 8).
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Figura
8 - Poligoni di Thiessen |
Uno
studio petrografico della selce, che non è mai stato condotto a
Cingoli, chiarirebbe quale tipo di selce veniva utilizzata negli
insediamenti paleolitici e quali erano quindi i centri di
approvvigionamento di materia prima. I poligoni di Thiessen restano
pertanto l’unico strumento per poter valutare, con un certo grado di
incertezza, la potenzialità dei singoli centri.
Come
è stato spiegato precedentemente il metodo dei poligoni di Thiessen,
calcolando la distanza in linea d’aria, non tiene conto della
geografia del paesaggio ottenendo così una suddivisione ideale del
territorio. Si possono utilizzare altri dati che permettano di avere un
modello spaziale più vicino alla realtà, come ad esempio le pendenze o
il costo di movimento attraverso lo spazio che consentono di individuare
i percorsi più agevoli per raggiungere un certo luogo (modulo Cost).
Non è proponibile però l’utilizzo di questo modulo per i
periodi preistorici dal momento che non possiamo avere una idea precisa
del paesaggio e del tipo di vegetazione presente all’epoca.
Consideriamo
ad esempio il periodo interglaciale Riss-Würm (130.000-100.000 anni da
oggi) durante il quale il miglioramento climatico, dopo il periodo
glaciale Riss, favorisce lo sviluppo di una vegetazione prevalentemente
a carattere forestale. A partire dai 70.000 anni da oggi, il clima si
degrada nuovamente e un nuovo periodo glaciale fa la sua comparsa (Würm).
Nel corso di questo graduale peggioramento, il paesaggio arboreo fa la
sua ricomparsa durante tre oscillazioni temperate, sostituendo
momentaneamente una vegetazione a prateria o a steppa
(47).
Questa situazione climatica che riguarda la fine del
Pleistocene medio e gran parte del Pleistocene superiore dimostra come
il paesaggio abbia subito dei forti cambiamenti. Poiché non abbiamo le
sequenze stratigrafiche e gli esami pollinici di ogni sito del
Paleolitico medio non possiamo fare delle analisi spaziali sui costi o i
tempi di movimento attraverso il territorio. Il risultato di queste
analisi avrebbe un valore di incertezza troppo alto dal momento che i
costi di spostamento, in senso di tempo o energia impiegati, variano al
variare del paesaggio.
Le
pendenze del territorio vengono calcolate sulla base del modello
digitale del terreno (DEM) usando il modulo
Slope
- Surface Analysis. L’immagine prodotta mostra una variazione di
colore dal verde (pendenze minori) al marrone (pendenze maggiori),
(Figura 9) (48).
Con lo stesso modulo Surface
Analysis è possibile ottenere anche un’immagine Aspect
che mostra l’orientamento delle pendenze, in gradi, rispetto al nord
reticolato (49) (Figura 10).
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Figura
9 - Grado delle pendenze |
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Figura
10 - Orientamento delle pendenze |
Un
potente strumento di Idrisi è il modulo Extract-Statistics
Analysis che permette di ottenere una serie di statistiche
riassuntive da una qualsiasi immagine. Le quote dei siti ad esempio,
sono state ottenute, in pochi secondi, con questa procedura.
L’ultimo
strumento di Idrisi che verrà utilizzato per elaborare una serie di
carte predittive è il modulo Belief.
Esso aggrega i dati da differenti linee di evidenza applicando una serie
di regole di combinazioni che sono basate sul modello Dempster-Shafer.
La teoria di Dempster-Shafer, una variante della teoria della probabilità
di Bayes (50),
riconosce esplicitamente l’esistenza del fattore ignoranza causato da
informazioni incomplete. Contrariamente alla teoria bayesiana infatti, Belief
non suppone che si abbia una completa informazione, ma accetta che lo
stato di conoscenza possa essere incompleto. Belief
permette di trasformare una linea di evidenza in probabilità basandosi
sulle ipotesi specificate.
Volendo
ad esempio valutare la probabilità, per una certo territorio,
dell’esistenza di siti archeologici, le ipotesi da prendere in
considerazione saranno: sito e nonsito. Le linee di evidenza non sono
altro, quindi, che una serie di informazioni che noi già possediamo,
come appunto la posizione dei siti o dei corsi d’acqua.
Per
ciascuna linea di evidenza è necessario realizzare una immagine di
probabilità (BPA image, Basic Probability Assignment) a sostegno di una certa
ipotesi. Un villaggio, ad esempio, si può trovare su un terreno con una
bassa pendenza, ma questa non è una condizione sufficiente a supporto
dell’ipotesi sito: non tutti gli insediamenti si trovano su terreni
poco scoscesi. Se invece la pendenza è estremamente accentuata c’è
una ragione sufficiente per credere che il villaggio non verrà fondato
in quel punto. In questo caso l’evidenza supporta l’ipotesi nonsito.
Il grado attraverso il quale l’evidenza fornisce un
concreto supporto per una ipotesi è conosciuto come belief e il grado attraverso il quale l’evidenza non confuta
quell’ipotesi è conosciuto come plausibility.
La differenza fra questi due è conosciuta come belief interval che agisce come una misura di incertezza riguardo
ad una specifica ipotesi.
L’esempio
che seguirà utilizza come linee di evidenza
la distanza dall’acqua ed i siti del Paleolitico medio.
La presenza di corsi d’acqua in un territorio è una
condizione necessaria alla sopravvivenza, ma non rappresenta una
condizione sufficiente a sostegno dell’ipotesi sito, dal momento che
altri fattori, come la pendenza del terreno, possono influenzare la
scelta locazionale. Pertanto, la vicinanza ai fiumi indica la
“plausibilità” per un sito. I luoghi invece che si trovano ad una
certa distanza dai corsi d’acqua supportano l’ipotesi nonsito.
Per
creare un’immagine BPA relativa all’idrografia è necessario
innanzitutto utilizzare il modulo Query
che mette in relazione l’immagine relativa alla distribuzione dei siti
e l’immagine della distanza dai corsi d’acqua. Il risultato, che non
può essere visualizzato come un’immagine, è un query
file che viene interrogato attraverso il modulo Histo.
Questo elabora un istogramma nel quale è possibile vedere la quantità
dei siti presenti in termini di distanza dai fiumi. Il grafico dimostra
che i siti del Paleolitico medio si trovano ad una distanza compresa fra
i 44 e i 544 metri; dal momento che gli stessi siti sono posti entro un
raggio di 494 m. dal fiume, per l’ipotesi nonsito i valori da prendere
saranno pertanto 494 e 544.
Con
il modulo Fuzzy viene poi
creata un’immagine della probabilità per l’ipotesi non sito.
Vengono utilizzati l’immagine che riporta la distanza dai corsi
d’acqua e i valori di 494 e 544.
L’interrogazione della BPA indica che con l’aumentare
della distanza dall’acqua l’ipotesi nonsito aumenta fino ad arrivare
al valore di 1 (massima probabilità). In senso opposto, man mano che ci
si avvicina all’acqua, la consistenza dell’ipotesi nonsito
diminuisce fino al valore 0 (minima probabilità). Pertanto, nel primo
caso, la probabilità di non trovare dei siti è alta, mentre, nel
secondo caso, la situazione è completamente rovesciata. Dal momento che
non possiamo avere una conoscenza esatta di tutte le fonti di
approvvigionamento idriche nell’antichità è necessario
tenere conto
del fattore di ignoranza. Con il modulo Scalar l’immagine creata con Fuzzy
viene moltiplicata per 0.8. In questo modo otterremo una BPA che darà
un valore di 0.8, e non più 1, alla massima probabilità dell’ipotesi
nonsito.
Anche
per la seconda linea di evidenza, la presenza dei siti archeologici,
viene creata un’immagine della probabilità. Dal momento che la
maggior parte dei siti si trovano nei pressi dello stesso corso
d’acqua e dei centri di approvvigionamento della selce, la loro
distribuzione sul territorio è piuttosto ravvicinata; pertanto,
all’aumentare della distanza dagli insediamenti l’ipotesi sito
diminuisce rapidamente. Dopo aver creato l’immagine della distanza fra
i siti, il modulo Histo rivela
che essi si trovano ad una distanza fra loro compresa tra 100 e 1800 m.
(dal grafico si vede che la distanza fra i siti cresce fino al valore di
1800 per poi calare costantemente). Con il modulo Fuzzy
si ottiene un’immagine della probabilità per l’ipotesi sito, che
aumenta fino a raggiungere il valore 1 (massima probabilità) in
corrispondenza del sito stesso. Con l’aumentare della distanza dai
siti la probabilità dell’ipotesi sito cala fino a raggiungere il
valore di 0 (minima probabilità).
Dopo
aver creato le immagini di probabilità per ogni linea di evidenza, il
modulo Belief provvederà alla loro aggregazione: per ciascuna ipotesi
(sito e nonsito) verranno create una serie di immagini di belief,
plausibility e belief
interval. Le immagini pm_be_s (belief)
e pm_pl_s (plausibility)
presentano l’aggregazione delle probabilità per l’ipotesi sito.
L’immagine pm_bi_s (belief
interval) mostra la probabilità di individuare, in certe zone, i
siti archeologici (punti "A" e "B" in figura 11).
Quest’ultima
immagine può essere assimilata ad una carta delle potenzialità
archeologiche di un territorio
(Figura 11).
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Figura
11 - Carta delle
potenzialità archeologiche riferita al Paleolitico medio |
(47)
J. Renault-Miskovsky,
L’evoluzione dell’ambiente vegetale, in G. Giacobini
- F.
d’Errico (a cura di), I
cacciatori neandertaliani, Milano, Jaca Book 1986, pp. 53-57
(48)
Come per tutte le carte digitali create con Idrisi l’interrogazione
dell’immagine viene fatta semplicemente cliccando con il mouse su un
punto qualsiasi: nello status bar
verrà visualizzato il valore che corrisponde a quel punto. Nel caso
dell’immagine Slope il
valore sarà la pendenza espressa in gradi.
(49)
Con nord rete si intende il punto di incontro dei meridiani rete, che,
essendo paralleli tra loro, si incontreranno all’infinito. L’angolo
compreso tra la direzione del nord geografico e la direzione del nord
rete è chiamato convergenza rete (g).
(50)
M. Fraire
- A.
Rizzi, Elementi di
statistica, NIS, 1993, pp. 305-312
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