L’idea di censire le edicole sacre presenti nel territorio di Matelica nasce e viene realizzata nell'estate del 1992 ed a quel periodo risalgono, dunque, molte delle fotografie e delle descrizioni del catalogo.

Questa è una premessa importante e doverosa perché sopralluoghi effettuati di recente, in occasione della risistemazione del lavoro (ottobre 2003), hanno verificato come alcune delle situazioni riscontrate in passato non siano più vere oggi.

Ci sono, nelle campagne matelicesi, distribuite nelle varie frazioni, più o meno vicine al centro urbano, cinquantadue edicole sacre, alcune delle quali ben tenute e custodite con molta cura dagli abitanti delle case vicine, altre invece cadenti e lasciate in totale abbandono.

Ai fini della ricognizione e della catalogazione dei tabernacoli è stata utilizzata la tavoletta IGM 1:25000 del 1955.

In più di un caso l’ubicazione odierna dell’edicola non corrisponde con esattezza a quella presente sulla carta; si tratta probabilmente di antiche costruzioni crollate o abbattute e ricostruite quindi in una posizione più comoda e favorevole. Spesso la stessa viabilità ha subito delle modifiche rispetto a quella rilevata nella metà del secolo scorso, cosicché alcune edicole non sono situate oggi nella loro posizione originaria, cioè ai margini delle strade, ma in mezzo alle boscaglie circostanti.

Le costruzioni sono molto lineari; la maggior parte è in mattoni, talvolta intonacati, con una nicchia centrale atta ad accogliere l’immagine sacra, nella parte inferiore c’è talvolta un cartiglio che ricorda la data e le circostanze dell’edificazione.

Le edicole più antiche presenti nella campagna matelicese risalgono alla prima metà del 1800, le più recenti invece ad una quindicina di anni fa; di circa la metà però non è possibile stabilire una datazione precisa se non quella ante quem relativa alla data della pianta utilizzata per la ricognizione (1955).

Si tratta, nonostante la “nobiltà” che deriva dalla loro origine antichissima, di espressioni artistiche frutto della religiosità “semplice” e modesta del mondo contadino e che non hanno, dunque, come obiettivo principale quello di rispondere a determinati criteri estetici ma ad esigenze funzionali e pratiche legate alla vita quotidiana.

I tabernacoli sorgono dunque per chiedere protezione per le campagne ed i raccolti, come testimonianza di una grazia ricevuta o semplicemente per un atto devozionale.

Le edicole sono chiamate comunemente “madonnette”, questo per un motivo ben preciso: delle 52 individuate nel matelicese, infatti, ben 23 sono dedicate alla madre di Gesù; nove edicole sono invece dedicate al Sacro Cuore di Gesù e quattro alla Sacra Famiglia.

Questo lavoro, probabilmente incompleto, ha come intento quello di far conoscere e valorizzare la bella ed emozionante realtà di tradizioni, gesti semplici e spontanei che, per l'azione del tempo e l'incuria degli uomini, rischia in alcuni casi di sparire per sempre. Molte delle edicole catalogate infatti, a causa del pessimo stato di conservazione e manutenzione, sono ormai cadenti; speriamo che questo inventario e l’amore per le tradizioni che è proprio dei matelicesi servano ad evitarne la definitiva scomparsa.

 

Riferimenti bibliografici:

Anselmi S. (a cura di), Religiosità popolare e vita quotidiana. Le tavolette votive del territorio jesino-senigalliese, Castelferretti 1980

Bellarba R., Edicole sacre nelle strade marchigiane (Contributo allo studio delle tradizioni popolari), Macerata 1974. 

Bertarelli F., Brunetti F., Brunetti M., Franco Cradinali A., Religiosità marchigiana di una volta, Jesi 1996

Cecconi A., (a cura di), I tabernacoli nel territorio di San Casciano in Val di Pesa, San Casciano in Val di Pesa 1991

La scuola adotta un monumento. Le edicole del centro storico di Matelica, Classi 5^ A e B plesso “G. Leopardi” (a cura di)

Lanari S., Le edicole sacre nelle strade dell’anconetano, in “Antiqua” 6,  Roma 1986, pp. 22-24

Moroni M., (a cura di), Le edicole sacre del territorio di Recanati, Recanati 1987

Stofani E., Religiosità popolare e architettura nel Chianti, Firenze 1979

 

 


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