
Pittore. Cingoli 1896 - Fano 1987
A Cingoli trascorse i primi e più intensi anni della sua
vita artistica. All'età di quindici anni fu avviato dal tolentinate
Francesco Ferranti all’affresco. A diciotto conseguì presso
l'Accademia di Belle Arti a Roma l'abilitazione all'insegnamento del
disegno, sotto la guida del paesaggista e ritrattista Cesare Tallone.
Nel 1925 partecipò alla terza Biennale d’Arte Romana con
Carrà, De Chirico, Marinetti, Dottori e altri celebri pittori. Sempre
nello stesso anno prese parte all’esposizione di Fiume, l’anno
successivo alla rassegna Amatori e cultori di Roma insieme a
Bucci e Cascella. Nel 1927 vi tornò con Bartolini e Carnevali. Partecipò
a mostre a Bologna e a Rovigo. Nel 1939 partecipò al Premio Marche
allestito ad Ancona.
Dopo la seconda guerra mondiale si trasferì a Fano dove
fondò la Accolta dei 15, un cenacolo di artisti impegnati ad
operare per la diffusione dell’arte. Insegnò decorazione pittorica
all'Istituto d'arte Apolloni e poi in altri Istituti di Pesaro, dove fu
per alcuni anni Preside al Liceo Scientifico.
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Donatello Stefanucci, Autoritratto,
1978, Pinacoteca Comunale di Cingoli (foto del
3/11/2011) |
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Donatello Stefanucci, Portico del convento di S. Giacomo,
1934, Pinacoteca
Comunale di Cingoli (foto del 3/11/2011) |
Conosciuto e apprezzato, a lui è intitolata la
Pinacoteca Comunale di Cingoli, nella quale sono conservate diverse
opere; le più conosciute si trovano nella Chiesa Cattedrale di Cingoli:
nell'altare dell'abside destro c'è il dipinto con il Discorso della
Montagna, mentre nel catino absidale, l’Assunzione al
cielo di Maria (1939).
Compilare un catalogo delle sue opere è
molto difficile ma doveroso, in quanto sono disseminate in molte
abitazioni private; si hanno quadri ad olio, cartoni pubblicitari, tra
cui quello per lo champagne della ditta Grasselli di Cingoli,
scenografie per opere teatrali, litografie, disegni e pitture su seta.
I quadri di Stefanucci, raffiguranti paesaggi campestri,
fiori, soprattutto cardi, scorci di Cingoli, interni di abitazioni,
giardini, nature morte e ritratti, nonostante riscuotessero molto
successo presso i suoi contemporanei, venivano dal pittore per lo più
regalati (tanto che molte famiglie cingolane posseggono opere
dell'artista) e per questo non si inserirono mai nel grande circuito dei
mercanti d'arte.
Fonte:
P. Topa, Donatello Stefanucci, in D. Bacelli –
P. Topa, Cingoli 1944-2002. Vita pubblica e privata, Cingoli
2002, pp. 258-260
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