Chiesa di San Sergio

 

Frazione: Grottaccia

Distanza da Cingoli: Km 8 

Coordinate (google maps): 43°20'44.19"N 13°16'11.44"E

 

Chiesa di S. Sergio (foto di S. Mosca, 1978)

 

Nelle sue attuali strutture la chiesa risale alla fine del sec. XIV o all'inizio di quello successivo. La prima notizia della sua esistenza in documenti cingolani risale al 1209: in una cessione in pegno di alcuni pezzi di terra due sono compresi ...in fundo Castagnola, ubi dicitur la Castagna - oggi Pian della Castagna -  et in fundo lu Planu de Sancto Sergio, terra de ipsa ecclesia... 

La sua origine sembra inoltre legata al castello di Valcampana. Ceterum fama est, ex hoc castro originem habuisse S. Sergium seu Georgium, cui sacra hodieque cernitur parva aedes seu sacellum in agro Cingulano, juxta viam, quae per pagum Avenalem Maceratam perducit.  

Nei secoli successivi risulta essere appartenuta al Capitolo sanseverinate, che ne possedeva in giuspatronato, insieme al fondo annesso alla cappella, fino al passaggio di entrambi ai beni del demanio nel 1862. Successivamente, la chiesa viene ceduta a privati.

Nella parete destra sono visibili dei grandi blocchi di calcare, presumibilmente di epoca romana. In quella di sinistra, il reimpiego di materiale più antico, ha interessato un frammento di lastra di arenaria con decorazioni ad intreccio risalenti al VII-IX secolo.

 

Interno della chiesa (foto di S. Mosca)

La chiesa è a pianta rettangolare, con abside piatta, nel cui interno si hanno due archi trasversali ogivali, uno quasi al centro del piccolo ambiente, che resta così diviso in due campate, uno aderente alla parete absidale. Questa chiesa è di particolare interesse proprio a motivo delle sue ridotte dimensioni è un esempio quanto mai dimostrativo di come il tipo di chiesa a navata unica con archi trasversali sia divenuto popolare nell'Italia centrale durante gli ultimi due o tre secoli del medioevo.

L’interno conserva un dipinto su tela, forse risalente al XVII secolo, raffigurante una Madonna con bambino, San Sergio Papa e Santa Caterina d’Alessandria.  

 


Fonte:

S. Bernardi, Le pergamene del monastero di Santa Caterina, Roma 1983, n. 56, p. 104

A. De Mathia, De Ecclesia Trejensi commentarius historicus, Cinguli, 1901, p. 30Del castello di Valcampana, di cui si hanno notizie fin dal 1180, si sa che nel 1191 fu ceduto, per buona parte, ai Consoli di Montecchio (oggi Treia)., A. Meriggi, Storia di Treia dalle origini al 1900, Tolentino 1984, p. 73

A. Cherubini, Architettura e scultura medievali nel territorio di Cingoli, in AA.VV. Cingoli dalle origini al sec. XVI. Contributi e ricerche, Atti del XIX Convegno di Studi Marceratesi, "Studi Maceratesi" 19, Macerata 1986, p. 167

 

 


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