Prima dei 200.000 anni dal
presente: frequentazioni del territorio montano da parte dell’Homo
erectus. La presenza dell'erectus è attestata dal rinvenimento dei suoi
tipici strumenti di selce scheggiata, in particolare strumenti su
ciottolo (chopper e chopping-tools).
Tra i 100.000 e i 35.000 anni
dal presente: l’uomo di Neandertal lascia numerose
testimonianze in molte zone del territorio cingolano. Alcuni suoi
strumenti in selce (punte, raschiatoi) si possono ammirare nel Museo
Statale di Cingoli accanto a quelli poco sopra menzionati.
18.000 anni circa dal
presente: il complesso dell’Epigravettiano è ben attestato nel
sito di Madonna dell’Ospedale dove, nel 1971, vengono recuperati
abbondanti reperti faunistici e litici.
IV-III millennio a.C.:
prima frequentazione dell’area dove si svilupperà successivamente la
città di Cingoli. In alcune zone sono stati recuperati bifacciali e
strumenti in selce di tipo campignano.
XVIII-XI sec. a.C.: nei
pressi di Moscosi si sviluppa l’insediamento più importante fra
quelli che caratterizzano l’età del Bronzo cingolana.
X-IV sec. a.C.: anche il
popolo dei Piceni fa la sua comparsa nel territorio cingolano,
privilegiando il fondo valle e le zone pianeggianti. A San Vittore si
sviluppa un importante centro cultuale. Sempre nell’attuale frazione
di Cingoli, durante l’occupazione romana, sorgerà un municipium
del quale si ignora il nome.
III sec. a.C.: un centro
abitato (forse una “prefettura” romana) retto da due magistri sorge
nell’area occupata dall’attuale Borgo San Lorenzo. E’ il primo
nucleo del centro romano di Cingulum.
216 a.C.: un Labieno
originario di Cingoli muore nella battaglia di Canne.
62 a.C.: il cingolano Tito
Labieno diventa tribuno della plebe e nel 52 a.C., come luogotenente di
Giulio Cesare, combatte nelle Gallie.
Metà del I sec. a.C.:
Cingoli assume lo stato di municipium romano.
V sec. d.C.: con la caduta
dell’impero romano l’insediamento si sposta ad ovest andando ad
occupare lo spazio dove oggi sorge il centro storico di Cingoli. Il
territorio cingolano entra nella sfera di influenza dei domini bizantini
e longobardi.
Fine del XII sec.: Cingoli
presenta strutture di organizzazione comunale con consoli che
amministrano la giustizia. La prima menzione di consoli a Cingoli è
attestata in una pergamena del 1190. Annessione dei castelli vicini (es.
Castreccioni, Civitella) e lotte con i comuni limitrofi (in particolare
Osimo e San Severino).
1307: nuova organizzazione
comunale incentrata sui 500 “giurati del popolo” (il “Parlamento
generale”) rappresentanti di tutta la popolazione e che deliberavano
su l’andamento della comunità. A capo dell’amministrazione veniva
eletto un “podestà” che restava in carica per sei mesi. Il potere
legislativo era nelle mani dei “venti di popolo” che eleggevano
l’organo deliberativo (il “Consiglio del popolo”) composto da 120
consiglieri scelti fra le persone più rappresentative del comune.
1325 e 1364: redazione di
nuovi Statuti che impiantarono una più capillare struttura burocratica.
La vita politica e sociale del comune è fortemente influenzata dalle
aristocrazie locali (famiglie Cima, Mainetti, Silvestri, Castiglioni,
Raffaelli, Simonetti).
Metà del XV secolo:
Cingoli cade sotto il dominio di Francesco Sforza. Dopo questa breve
parentesi ritorna sotto l’influenza dello Stato Pontificio.
1725: il papa Benedetto
XIII ripristina l’antica diocesi. Cingoli ottiene il titolo di città.
1761:
nasce a Cingoli Francesco Saverio Castiglioni. Il 5 aprile 1829 fu
consacrato papa con il nome di Pio VIII. Morì a Roma nel 1830.

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