
Romanizzazione
del piceno
269-268 a.C.: annessione del
territorio piceno all’ager romanus. Molti gruppi
locali vengono deportati nel Salernitano.
232 a.C.: approvazione della Lex
Flaminia, gruppi familiari con cittadinanza romana ricevono
terre in assegnazione nell’ager gallicus et picenus.

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Cingulum ideale
(da O. Avicenna, Memorie della Città di Cingoli
1644) |
Le più
antiche testimonianze a Cingoli
Fine III sec. a.C.:
l’epigrafe CIL
5679 attesta l’esistenza di un centro organizzato dal punto di
vista amministrativo, un vicus, retto da due magistri.
Anche Silio Italico nella sua
opera Punica (X, 31-35) ricorda:
Tandem inclinato cornu sine more
ruebat
prima acies non parca fugae.
Labienus et Ocres
sternuntur leto, atque Opiter,
quos Setia colle
vitifero, celsis Labienum Cingula
saxa
miserunt muris; junxit fera
discrimine miles |
Il
territorio cingolano
III-I sec. a.C.:
caratterizzato da almeno tre
principali nuclei abitativi: Cingoli, S. Vittore e Pian della Pieve
organizzati dal punto di vista amministrativo secondo forme per le quali
è ipotizzabile una derivazione da strutture pre-romane. I primi due, in
età augustea, furono sedi di municipia con costituzione
duovirale (di S. Vittore non si
conosce il nome).
Il municipium
di Cingoli
Innalzato nella seconda metà del
I sec. a.C. grazie ad interventi finanziari del cingolano Tito
Labieno. Compreso nella V Regio e ascritto alla tribù
Velina.

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Statua
raffigurante Attis, II sec. d.C. - Cingoli, luogo imprecisato. Museo
Archeologico di Cingoli (da E.Percossi, Il Museo
Archeologico Statale di Cingoli, p.8) |
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Ritratto
di Agrippina Minore, età neroniana - da Borgo S. Lorenzo.
Museo
Archeologico di Cingoli (da E.Percossi, Il Museo
Archeologico Statale di Cingoli, p.106)
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