Ad ovest della città di Cingoli
si elevano una serie di alture, Monte Nero (665 m.), Pian dei Conti (792
m.), Cima delle Piane (782), Cima Mastro Luca (715), Monte di
Sant’Angelo (717) e Monte Carcatora (771 m.) alle quali è stato
attribuito il nome di “ellissoide del Monte Acuto di Cingoli” o
“dorsale cingolana”.
Le loro sommità, fortemente
denudate e pressoché pianeggianti, costituiscono vere e proprie
paleosuperfici formate da sedimenti depositatisi nel Cretacico
superiore-Paleogene. Questi sedimenti calcarei, conosciuti come
“formazione della Scaglia rossa e bianca”
(1) contengono liste e
noduli di selce che anche i più superficiali lavori agricoli portano
alla luce.
Fin dall’800 era stata notata
la ricchezza di selce nel territorio cingolano: “Le montagne di
Cingoli ritengono pietre focaie, e gessose, e trovasi il carbon
fossile”
(2).
Nello stesso secolo lo studioso cingolano, Filippo Raffaelli, al 6° Congresso Internazionale
d’Antropologia e di Archeologia Preistoriche, svoltosi a Bruxelles nel
1872, ricordava tra le tante località d’Italia anche la città di
Cingoli, come luogo di ritrovamento di “punte di freccia in silice”
(3).
Le
ricerche di superficie hanno permesso di individuare numerosi siti
riferibili al Paleolitico: 16 per il Paleolitico inferiore, 26 per
quello medio e quattro per quello superiore.
|
In
primo piano la valle di Magliano e sullo sfondo Piane
Mastro Luca (11/01/2004) |
Fra i siti del Paleolitico
inferiore meritano particolare attenzione quelli di Piane Mastro Luca
(sito n. 107) e Madonna del Pian de' Conti (sito n. 134). La presenza di numerosi strumenti su ciottolo, choppers, associati a strumenti su scheggia attestano una frequentazione
del territorio in una fase piuttosto arcaica del Paleolitico inferiore.
L’importanza di questi siti è attestata anche dal fatto che nelle
Marche industrie di questo tipo non sono al momento documentate al di
fuori del territorio di Cingoli
(4); rari choppers sono attestati, in
associazione a bifacciali, solo nello strato I del giacimento di Monte
Conero
(5).
I materiali recuperati nei siti di Piane Mastro Luca (aree 4 e 7) e
Madonna del Pian de' Conti sono stati oggetto di recenti studi
(6). Nel
2001 e nel 2004, nel sito di Piane Mastro Luca, sono state eseguite
inoltre delle prospezioni con georadar e 12 sondaggi a carotaggio
continuo che hanno accertato l'assenza di deposito archeologico al di
sotto dell'arativo
(7). Considerando che il materiale
archeologico si trova nello strato arativo, solo l'analisi tipologica
dei manufatti può portare ad una attribuzione cronologica dei
giacimenti.
I siti si trovano su piccole
selle, in aree di scarso accumulo e di affioramento di calcari con
abbondante presenza di selce sotto forma di grossi arnioni (litotipi:
scaglia rossa e maiolica). I manufatti presentano delle evidenti tracce
crioclastiche, in molti casi anteriori alla scheggiatura, che indicano
un ricorrente clima freddo e una ripetuta esposizione agli agenti
atmosferici. Quasi la metà dei manufatti dell'area 7 del sito di Piane
Mastro Luca e addirittura i 2/3 di quelli di Madonna del Pian de' Conti
sono stati ottenuti da frammenti crioclastici o da nuclei che recano
tracce dell'azione del gelo.
I manufatti hanno margini per lo
più freschi o debolmente arrotondati, ottenuti soprattutto da nuclei
unipolari, a due piani di percussione, informi, centripeti e globulari.
L'analisi tipologica degli strumenti, compilata secondo la lista Bordes,
mostra delle industrie con scarso débitage Levallois, una moderata
quantità di raschiatoi, molti denticolati e intaccature. I choppers,
sia monofacciali che bifacciali, hanno una lunghezza massima compresa
fra 62 e 101 mm e un peso medio di 148 g.
Il giacimento di facies arcaica
più prossimo si trova in Umbria, nel bacino di Gualdo Tadino-Nocera
Umbra
(I. Biddittu
- A. G. Segre, Paleolitico inferiore di facies arcaica nel bacino di
Gualdo Tadino-Nocera umbra, e medio a Sorifa (Perugia), "Quaternaria
nova", 3, 1993, pp. 7-19); è attribuito al Pleistocene
medio iniziale e ha un industria con chopper paragonabile in buona
sostanza alle industrie della dorsale cingolana. Al momento attuale queste industrie
vengono attribuite a una fase finale del Paleolitico inferiore arcaico o
a un aspetto acheuleano privo di bifacciali.

Industria di
Piane Mastro Luca, 1: nucleo a piani di percussione
ortogonali; 2: scheggia troncata; 3: choppers (da
F. Parenti - P. Appignanesi - P. Conti - L. Natali - C. Rosa,
Il Paleolitico inferiore della dorsale
cingolana (Cingoli e San Severino Marche, Macerata): prime osservazioni,
p. 59) |
Analisi tecnologica e tipologica relative a due
aree di raccolta di Piane Mastro Luca (siti nn.
107-4 e 107-7) (da
F. Parenti - P. Appignanesi - P. Conti - L. Natali - C. Rosa,
Il Paleolitico inferiore della dorsale
cingolana (Cingoli e San Severino Marche, Macerata): prime osservazioni,
pp. 61-62) |

|
 |
Ad una fase più recente del
Paleolitico inferiore, fase finale dell’Acheuleano, si riferiscono
altre industrie (siti di S. Esuperanzio, Lebboreto e Castellette) che comprendono
bifacciali associati a nuclei e strumenti su scheggia di tecnica
Levallois
(8).

Industrie
acheuleane da Castellette
|
|
1 scheggia
Levallois |
2-4
lama
Levallois |
5-7
raschiatoio |
8
grattatoio |
|
Il Paleolitico medio è attestato
in ben 26 siti
(9) situati prevalentemente su
terrazzi alluvionali del I° e II° ordine. Le industrie litiche sono quasi tutte riferibili al
Musteriano con una forte incidenza della tecnica Levallois. Dal punto di
vista tipometrico si nota una decisa prevalenza di schegge e schegge
laminari; non del tutto assenti sono anche le lame. Lo spessore dei
manufatti è molto piatto. I talloni faccettati non rappresentano sempre
la maggioranza, addirittura in alcuni siti quelli lisci superano i
faccettati. L’analisi tipologica ha rivelato una significativa
incidenza di punte Levallois ritoccate, raschiatoi di vario tipo (anche
trasversali e déjeté), tra i quali sembrano prevalere i
semplici sui doppi, grattatoi e denticolati ed assenza di coltelli a
dorso naturale. Abbondanti sono anche le punte e le schegge Levallois
non ritoccate. I manufatti rinvenuti a Cingoli
sembrano manifestare alcuni elementi diversi rispetto agli altri
complessi marchigiani, in particolare per la presenza di punte Levallois
ritoccate e per l’assenza di coltelli a dorso naturale, che potrebbero
indicare l’esistenza di facies evolutesi durante il Würm I e II
(10).

Industrie
del Paleolitico medio da Castellette |
1 - nucleo
Levallois |
2 - nucleo
Levallois |
3 - nucleo
discoidale |
|

Industrie
del Paleolitico medio da Pian della Castagna |
1-8 raschiatoi |
9 denticolato |
|
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Industrie
del Paleolitico medio da Pian della Castagna |
10
scheggia Levallois |
11
punta |
12-17
raschiatoi |
|
|

Industrie
del Paleolitico medio da Lebboreto |
1-4
punte Levallois |
5-10
raschiatoi |
|
|

Industrie
del Paleolitico medio da Lebboreto |
11-13
raschiatoi |
14-15
denticolati |
16-17 nuclei
per lame |
18-19 nuclei
discoidali |
|
|

Industrie
del Paleolitico medio da Palazzo Raffaelli (S. Maria del
Rango) |
1-2 schegge |
3-8 punte |
9-13
raschiatoi |
|
|

Industrie
del Paleolitico medio da Palazzo Raffaelli (S. Maria del
Rango) |
14-17
raschiatoi |
18-20
grattatoi |
21-22
denticolati |
23 nucleo
discoidale |
|
|
Le industrie riferibili al Paleolitico superiore
sono state individuate soltanto in quattro siti nel territorio
cingolano. Nel 1984 uno scavo stratigrafico condotto su un terrazzo alluvionale
in località
Rio-Madonna dell’Ospedale
(11) ha permesso l'individuazione di una sequenza stratigrafica riferibile ad un sito
all’aperto di notevoli dimensioni; il sito, in gran parte asportato in seguito
ai lavori di estrazione della ghiaia, è attribuito all’Epigravettiano
antico.
L’analisi tipologica degli strumenti ha mostrato una
prevalenza di grattatoi lunghi e corti, lame, punte a dorso e a cran.
Ben rappresentato anche il substrato con prevalenza dei raschiatoi corti
sui lunghi, mentre sono rare le punte e i denticolati; fra i foliati
compare solo una troncatura. Sono stati rinvenuti anche nuclei per
schegge ma soprattutto per lame
(12). L’industria di Rio-Madonna
dell’Ospedale trova confronti con i complessi degli strati 16-10 della
Grotta Paglicci nel Gargano
(13).

Industrie
del Paleolitico superiore dalla località Rio-Madonna dell'Ospedale |
1-14
grattatoi |
15-16
troncature |
17-18 becchi |
19-24 punte a
dorso |
|
|

Industrie
del Paleolitico superiore da Rio-Madonna dell'Ospedale |
25-26 punte a
dorso |
27-37 lame a
dorso |
38 foliato |
39-40 punte |
41-43
lame-raschiatoio |
44-45
raschiatoi |
46 percussore |
47 nucleo |
|
|
Alla stessa fase cronologica è
attribuibile anche l’industria litica rinvenuta nella Valle di
Magliano, mentre un'industria simile al “bertoniano” abruzzese,
composta prevalentemente da strumenti ricavati da lunghe lame, è stata
individuata nel sito di S. Vittore-Castellano
(14).
Nel
1998 su un terrazzo alluvionale posto alla sinistra del torrente
Rudielle, in località Rio-Baracche, e a breve distanza dal sito di
Rio-Madonna dell'Ospedale, è stato individuato uno strato,
intaccato dai lavori per l'estrazione della ghiaia, con abbondante
presenza di selce, ossa e carboni. Lo studio dei reperti
(15), recuperati dai detriti della sezione, ha permesso di
individuare un'industria litica ascrivibile a procedimenti di
scheggiatura laminare e lamellare. Alcune caratteristiche
tecnologiche riscontrate sui prodotti lamellari, che rimandano
all'utilizzo del percussore in pietra tenera, e la presenza di una
punta a dorso permettono di inquadrare il sito nell'Epigravettiano
Recente.
Disegni
tratti da: E. Percossi (a cura di),
Il Museo Archeologico Statale di Cingoli,
Recanati 1998, pp. 26-27, 29-30, 32
(1) G. C.
Carloni, Geologia,
in P. Appignanesi - L. Cipolloni - A. Mazzini
(a cura di) Cingoli.
Natura
Arte
Storia
Costume,
Cingoli 1994, p. 23
(2) G. Marocco, Monumenti
dello Stato Pontificio e relazione topografica di ogni paese.
Religione, antichità costumi e prodotti, Tomo XIII, Roma,
1836, p. 55
(3) F.
Raffaelli, Sulla
necessità di una coordinazione degli studi preistorici. Memoria
presentata all’illustre M. D’Omalius D’Halloy, Presidente
del Sesto Congresso Internazionale d’Antropologia e di
Archeologia preistoriche convocato a Bruxelles nell’agosto 1872
ed ai Dotti Scienziati di detto Congresso dal Cav. Filippo March.
Raffaelli, Fermo, 1872, pp. 4-5
(4)
M. Silvestrini – G. Pignocchi, Il Paleolitico, in E. Percossi (a cura di),
Il Museo Archeologico Statale di Cingoli,
Recanati 1998, p. 25
(5) G. Bartolomei – A. Broglio,
Monte Conero, in AA.VV., I primi abitanti d’Europa,
Roma 1984, pp. 155-157
(6)
F. Parenti, Marche: Cingoli e San Severino Marche (Prov. di Macerata),
“Rivista di Scienze Preistoriche”, LII, 2002, pp. 368-369; F.
Parenti - P. Appignanesi - P. Conti - L. Natali - C. Rosa, Il Paleolitico inferiore della dorsale
cingolana (Cingoli e San Severino Marche, Macerata): prime osservazioni,
in AA.VV., Preistoria e Protostoria delle Marche, Atti della
XXXVIII Riunione Scientifica, Istituto Italiano di Preistoria e
Protostoria, Portonovo-Abbadia di Fiastra 1-5 ottobre 2003, volume I,
Firenze 2005, pp. 53-67. In questi lavori è stato preso in
considerazione anche il sito
di La Mucchia (sito n. 21), coevo
a quelli di Piane Mastro Luca e Madonna del Pian de' Conti, che
ricade però all'interno del comune di San Severino Marche a confine
con il territorio di Cingoli.
(7) F. Parenti, Prospezioni archeologiche nel Comune di
Cingoli, Relazione tecnica presentata al Comune di Cingoli, 2004
(8) M. Silvestrini – G.
Pignocchi, Il Paleolitico, in E. Percossi (a cura di), cit., p. 25
(9)
Per le industrie musteriane dei siti di Le Macchie-Castellette e
Palazzo Raffaelli si veda: P. Appignanesi - M. Peresani - K. Gobbato, Prime osservazioni sulle industrie musteriane dei siti di Le
Macchie-Castellette e Palazzo Raffaelli (Dorsale di Cingoli), in
AA.VV., Preistoria e Protostoria delle Marche, Atti della XXXVIII
Riunione Scientifica, Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria,
Portonovo-Abbadia di Fiastra 1-5 ottobre 2003, volume II, Firenze 2005,
pp. 773-777
(10) M. Silvestrini – G.
Pignocchi, Il Paleolitico
medio, in E. Percossi (a cura di), cit., p. 28
(11) M. Silvestrini,
Marche. Rio di Cingoli (Prov.
di Macerata), in
Scoperte e scavi
preistorici in Italia negli
anni 1983-1984, Notiziario, "Rivista Scienze
Preistoriche", XXXIX, 1984, p. 345
(12) M. Silvestrini – G.
Pignocchi, Il
Paleolitico superiore, in E. Percossi (a cura di), cit., p. 31
(13)
A. Palma di Cesnola - A. Bietti, Le Gravettien et l'Epigravettien
ancien en Italie, in "Rivista di Scienze
Preistoriche", XXXVIII, 1983, pp. 181-228
(14) M. Silvestrini – G.
Pignocchi, Il
Paleolitico superiore, in E. Percossi (a cura di), cit., p. 31
(15)
M. Peresani - S.
Gardin - M. Silvestrini, Baracche, un nuovo sito
epigravettiano nella Valle del Torrente Rudielle (Cingoli), in AA.VV.,
Preistoria e Protostoria delle Marche, Atti della XXXVIII
Riunione Scientifica, Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria,
Portonovo-Abbadia di Fiastra 1-5 ottobre 2003, volume II, Firenze 2005,
pp. 794-798
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