Il castello di Castreccioni

Cingoli, 13/5/2009


 

Rimane ben poco del castello di Castreccioni; solo alcuni tratti della cortina muraria (foto nn.1-3) oramai quasi completamente spogliata del suo rivestimento in pietra (foto n.4). Una testimonianza di ciò che doveva apparire in tutto il suo splendore: un castello di notevoli dimensioni, uno dei protagonisti della storia locale nell'arco di tempo compreso fra il XIII e il XVI secolo e che ha visto avvicendarsi esponenti delle famiglie dei Montecampanaro, dei Simonetti e dei Cima. 

Il castello versa oggi in una grave condizione di degrado; una parte dell'area, dove tra l'altro insistono due casolari oramai diroccati (foto n.5), è stata trasformata in orto e frutteto; arbusti e piante infestanti hanno colonizzato il resto e gran parte delle mura. 

Un lavoro di recupero e di valorizzazione di questo castello comporta certamente un notevole impegno, non solo economico; si pensi però al vantaggio che deriverebbe dal trasformare questo "rudere" in un contenitore culturale per lo svolgimento, solo per fare alcuni esempi, di eventi teatrali, di rievocazioni e feste medievali, di serate astronomiche. 

La zona di Castreccioni, (valorizzata anche dalla recente istituzione di una "Oasi Faunistica Provinciale"), con i suoi punti di ristoro, aree attrezzate per camperisti, ristoranti e parcheggi, ha tutti i requisiti per coniugare un evento culturale con una escursione o una giornata di divertimento al lago. Un'opportunità che Cingoli potrebbe prendere in considerazione; se da una parte, infatti, si salverebbe un bene storico dalla completa distruzione, dall'altra si avrebbero positivi risvolti economici ed occupazionali per l'intero territorio. 

 

 

Ciò che stiamo vivendo dimostra in maniera inequivocabile che un certo tipo di modello e sviluppo economico-industriale presenta dei forti limiti e delle grandi contraddizioni. La crisi economica attuale è anche figlia di scelte frettolose e sbagliate che hanno portato ad una cementificazione selvaggia del territorio e alla scomparsa di estese aree agricole.

Vasti comprensori sono stati compromessi e sacrificati in nome di misure ritenute efficaci per la crescita economica ed occupazionale; così, si è spesso dimenticato che le risorse ambientali, culturali, eno-gastronomiche ed agricole sono la vera ricchezza dell'Italia, beni e realtà che mai nessuno potrà "copiare" o "falsificare" e che da essi può partire la rinascita economica di un territorio. L'industria turistica raramente conosce crisi, ma il turista esige un territorio intatto dal punto di vista ambientale, ricco di beni fruibili e dove poter mangiare sani prodotti tipici. 

Se la strada che si vuole percorrere è la stessa che si è già percorsa negli ultimi decenni non si avrà mai uno sviluppo economico-occupazionale duraturo ed eco-compatibile; si avrà soltanto il ricordo di ciò che un tempo era il territorio e di quello che si sarebbe potuto fare... e tutto questo solo perché è mancato il coraggio di investire risorse e uomini in ciò che abbiamo. 

 

 

 

 

 


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