- Paleolitico superiore -

 

 

Nella formazione dei complessi industriali della fase antica del Paleolitico superiore si possono distinguere due fasi.

In una fase iniziale, databile all’Interpleniglaciale (interstadio di Hengelo, tra 42000 e 36000 anni dal presente), le industrie del Paleolitico superiore sono documentate soltanto in alcune aree dell’Europa centrale.

Nella fase successiva, di espansione (e che corrisponde alla fase fredda compresa fra l’interstadio di Hengelo e interstadio di Arcy, fra 35000 e 30000 anni dal presente) si verifica, contemporaneamente alla scomparsa delle industrie del Paleolitico medio, un’espansione dei complessi leptolitici su tutto il territorio.

Le industrie della fase iniziale si distinguono dal punto di vista tecnico e morfologico in:

1. Complessi a pezzi foliati

2. Complessi a pezzi a dorso

3. Complessi aurignaziani

Mentre per la formazione dei primi due complessi sembra essere stato determinante il fattore culturale, essendo evidenti i legami filetici e la coincidenza dell’area di distribuzione delle industrie a foliati del Musteriano, del Musteriano di tradizione acheuleano e del Castelperroniano, per l’Aurignaziano, nonostante i tentativi di ricollegarlo al Charentiano, non è stato possibile trovare dei legami con le industrie precedenti.

 

1. Complessi a foliati

Le industrie di questo complesso sono caratterizzate da punte foliate con scheggiatura piatta bifacciale. Si distinguono in Széletiano, Jerzmanowiciano, Ranisiano e Sungiriano.

Széletiano

Potrebbe derivare sia dal Charentiano sud-orientale a pezzi foliati (tipo Tata-Subalyuk) sia dal Musteriano di Bockstein, come è stato sostenuto rispettivamente da L. Vértes e K. Valoch. E’ presente già all’inizio del Paleolitico superiore antico (strato inferiore della Grotta Széléta, Grotta Radošina, Vedrovice V) e perdura fino all’inizio della seconda fase (strato superiore della Grotta Széléta, Grotta Pod Hradem) con datazioni comprese fra 41700 e 29400 ± 230 anni dal presente. In base alla materia prima utilizzata per la realizzazione degli strumenti viene suddiviso in due gruppi:

a) gruppo dei Monti di Bϋkk, i cui siti si trovano nelle grotte, è caratterizzato  da punte foliate ricavate da liste di quarzo-porfirite

b) gruppo moravo con siti prevalentemente all’aperto e caratterizzati da punte foliate ricavate da noduli o da schegge di selce.

Vi sono alcune prove di contatti fra Széletiano e Aurignaziano. In alcuni siti aurignaziani della Slovacchia orientale (Barca I, Svetla) sono presenti punte széletiane di quarzo-porfirite proveniente dai Monti di Bϋkk.

Jerzmanowiciano

Questo complesso potrebbe avere un’origine comune con il Ranisiano presentando una tecnica di scheggiatura e una morfologia dei pezzi foliati molto simile. Compare già nella prima fase del Paleolitico superiore antico come dimostra la datazione dello strato 6 della Grotta Nietoperzowa a Jerzmanovice (38160 ± 1250 anni dal presente). Durante questo periodo la sua estensione è limitata probabilmente al solo territorio di Cracovia, all’interno di grotte (Mamutowa, Koziarnia, Puchacza Skala).

Lo sviluppo dello Jerzmanowiciano, fino alla fine dell’Interpleniglaciale, è confermato dagli strati 5a e 4 della Grotta Nietoperzowa. Questa fase più recente, quando le punte a faccia piana vengono rimpiazzate da punte ottenute con ritocco inverso di base e di punta molto sommario, è conosciuta nella Pianura Russa a Kostienki-Telmanskaya (strato superiore).

L’emigrazione di gruppi jerzmanowiciani verso oriente fu probabilmente causata dal deterioramento delle condizioni climatiche all’inizio del secondo Pleniglaciale würmiano.

 

Kostienki-Telmanskaya (strato superiore). 1-3: bulini, 4: raschiatoio, 5-7: punte, 8: punta foliata (da Broglio-Kozlowski 1986, p. 245)

 

Ranisiano

Questo gruppo, che comprende una fase più antica (l’Altmühliano riferibile al Paleolitico medio), è essenzialmente limitata alla parte superiore del bacino del Danubio. Nella fase successiva ha avuto un’ampia diffusione in Turingia (Ranis, Zwergloch), Belgio (Spy, Goyet, Couvin) e Inghilterra (Kent’s Cavern, Phynnon Beuno, Robin Hood’s Cavern, Solders Cave, Badger Cave, Paviland, Beedings). I siti attribuiti a questo complesso si datano nella prima fase del Paleolitico superiore antico all’interstadio di Hengelo (Ranis); i siti più recenti si aggirano intorno ai 27000 anni dal presente (Kent’s Caverne: 27730 ± 350 anni).

Un ulteriore sviluppo di questo complesso sembra documentato in Belgio dalle industrie del gruppo Maisières-Canal (datate a 27965 ± 260 anni dal presente), già con componenti gravettiane.

 

Ranis (strato 2). Punte foliate (da Broglio-Kozlowski 1986, p. 244)

 

Sungiriano

L’origine di questo complesso è ancora incerta. L’inizio dovrebbe risalire all’inizio dell’Interpleniglaciale, benché la data più antica che si riferisce a questo complesso corrisponda all’interstadio di Arcy (strato 1a di Kostienki XII, datato a 32700 ± 700).

L’ulteriore sviluppo del Sungiriano è confermato da varie datazioni che si riferiscono all’interstadio di Briansk (Sungir: 25000 ± 200; 24430 ± 400 anni dal presente). In questo periodo si diffonde verso nord, fino alla parte settentrionale estrema dell’Europa (Krutaya Gora).

 

Sungir. Punte foliate (da Broglio-Kozlowski 1986, p. 249)

 

La fase più recente del Sungiriano è rappresentata dall’industria dello strato 3 di Kostienki-Anosovka II (16040 ± 120). In questa fase compaiono le punte di Anosovka, laminari e allungate, con ritocco piatto marginale inverso.

Il lungo sviluppo di questo complesso contribuisce a determinare la disomogeneità strutturale delle industrie. Se si confrontano le industrie di Kostienki XII, di Sungir e di Kostienki-Anosovka II è possibile costruire una sequenza cronologica caratterizzata da: aumento del numero dei bulini, dei pezzi scagliati e, nell’ultimo stadio, delle lame ritoccate; diminuzione di raschiatoi, schegge ritoccate e punte foliate.

Il Sungiriano si caratterizza per l’eccezionale perfezione del ritocco piatto delle punte triangolari, simili alle punte foliate calcolitiche.

 

 

, Scheggiatura Struttura tipologica Punte foliate Strumenti d'osso - Arte - Ornamenti
Széletiano

Nuclei a schegge a uno e a due piani di percussione

Nuclei a globo e discoidali a schegge

Nuclei Levallois a schegge

Nuclei ad un piano di percussione non preparato

 

Raschiatoi e schegge ritoccate 14-25%

Grattatoi 10-30%

Punte foliate 7-70%

Lame ritoccate <20%

Bulini 2-15%

Troncature, perforatori <3%

 

 

Punte foliate bifacciali a sezione biconvessa, con base arrotondata o puntata (Szeleta)

Punte con abbozzo di peduncolo (Bivak)

Punte triangolari (Moravany Dlha)

Punte su scheggia, in parte bifacciali

Raschiatoi bifacciali

 

Punteruoli e levigatori

Denti forati

 

         
Jerzmanowiciano

Lame ricavate da nuclei ad uno o a due piani di percussione

Nuclei a globo a lame e a schegge

Nuclei discoidali

 

Punte foliate 14-70%

Lame ritoccate <50%

Bulini <23%

Troncature 11%

 

Punte laminari a faccia piana

Punte foliate bifacciali a foglia di salice o lauro, a sezione piano-convessa

Punte peduncolate (nella fase tarda)

 

Punteruoli e levigatori
         
Ranisiano 

Grandi lame ricavate da nuclei ad uno o a due piani di percussione completamente preparati

Schegge ricavate da nuclei discoidali

 

Punte foliate 32-53%

Lame ritoccate 2-53%

Grattatoi 0-40%

Bulini 7% (a Paviland 24%)

 

Punte a faccia su lama

Punte foliate bifacciali a sezione piano-convesssa, con sagoma a foglia di lauro o subtriangolare

 

Punte a sezione circolare (Ranis)

“Spatula” (Paviland)

 

Denti forati

 

         
Sungiriano

Nuclei discoidali

Nuclei a lame e a schegge ad un piano di percussione

 

Grattatoi 10-50%

Raschiatoi e schegge ritoccate <50%

Lame ritoccate <30%

Pezzi scagliati, bulini, perforatori 2-20%

Punte foliate 10-20%

 

Punte bifacciali a base arrotondata (Sungir)

Bifacciali a tallone riservato

Punte laminari a ritocco marginale inverso (Anosovka)

 

Punte d’avorio lunghe fino a 2 m

Punte coniche

 

Figurine zoomorfe ritagliate (cavallo)

 

 

 

2. Complessi a pezzi a dorso

 

Le industrie di questo complesso compaiono verso la fine della prima fase del Paleolitico superiore antico. Di questo periodo si conoscono soprattutto i complessi a punte a dorso castelperronoidi dell’Europa occidentale e dell’Italia. Nelle altre parti dell’Europa fa la sua comparsa solo più tardi, verso la fine della seconda fase, durante l’interstadiale di Kesselt-Briansk.

Il complesso châtelperronoide è rappresentato da due distinte unità: Castelperroniano e Uluzziano.

Castelperronniano

Trae la propria origine dal Musteriano di tradizione acheuleana (facies B) dove sono già attestati coltelli a dorso che preludono alle punte di Châtelperron.

La punta di Châtelperron è costituita da una punta o coltello a dorso arcuato, a curvatura più o meno accentuata, con ritocco marginale o profondo, parziale o totale, prevalentemente su lama e anche su lamella. Ad essa sono associati bulini, generalmente semplici, grattatoi, troncature e becchi. Questi strumenti, soprattutto nel Castelperroniano antico, non sono molto numerosi, mentre alta è la percentuale di strumenti di tradizione musteriana, come raschiatoi, punte e denticolati. Sono documentati anche strumenti in osso (punteruoli e zagaglie cilindro-coniche) e denti forati utilizzati come pendagli.

La distribuzione geografica del Castelperroniano è piuttosto limitata; interessa il sud della Francia, le regioni attorno il Massiccio Centrale, i Pirenei e la Cantabria. Le datazioni più antiche sono quelle di Cueva Morin in Spagna (strato 10: 36950 ± 6580 anni dal presente) e di Grotte du Renne in Francia (livello 8: 33500 ± 400 anni dal presente).  

 

Grotte du Renne. 1-2: grattatoi, 3-4: bulini, 5-8: punte di Châtelperron, 9: punta (da Broglio-Kozlowski 1986, p. 252)

 

Lo sviluppo ulteriore del Castelperroniano sembra essere confermato dal livello G di Les Cottés (Vienna) dove compaiono, accanto a pochi raschiatoi e abbondanti bulini, le “punte di Cottés” che sembrano rappresentare uno sviluppo tecnologico delle punte di Châtelperron.

In alcuni depositi francesi (Roc de Combe e Piage) si notano delle interstratificazioni tra i livelli castelperroniani e livelli aurignaziani. L’ipotesi invece che vedrebbe un legame filetico tra Castelperroniano e Gravettiano a punte non sembra avere fondamento come dimostrano anche le datazioni piuttosto arcaiche del sito di Les Cottés.

Uluzziano (vedi sezione dedicata al Paleolitico superiore dell’Italia).

 

. Scheggiatura Struttura tipologica Strumenti a dorso Strumenti d'osso - Arte - Ornamenti
Castelperroniano 

Nuclei a lame a uno e a due piani di percussione

Nuclei a globo e discoidali a schegge

 

Raschiatoi e schegge ritoccate 50-60%

Grattatoi 6-20%

Lame ritoccate 3-16%

Punte a dorso 5-10%

Troncature, perforatori, bulini <5%

 

Coltelli tipo Audi

Punte di Chatelperron

Lame a dorso

Punteruoli e bastoncelli

 

Denti forati

Ossa con tacche

 

 

 

 

 

Uluzziano

Schegge ricavate da nuclei a due piani di percussione

Lame rare

Tecnica del pezzo scagliato per la produzione di schegge

Utilizzazione di placchette di selce soprattutto come supporti di grattatoi

 

Raschiatoi 20-42%

Denticolati 25-45%

Grattatoi 3-13%

Pezzi a dorso 1-6%

Lame ritoccate

Pezzi scagliati

 

Lame a dorso curve e spesse

Punte di Chatelperron

Semilune

 

Punte cilindriche

 

Denti forati

 

 

Alcuni siti dell’Europa centrale hanno restituito delle industrie caratterizzate da elementi a dorso molto sviluppati e piuttosto differenziati in un’epoca anteriore allo sviluppo dei complessi del “Gravettiano orientale”.

I siti di Cracovia-Zwierzyniec (Polonia), Korpac (Moldavia), Bodrogkeresztur e del Molodoviano della valle del Dniester e del Prutt testimoniano l’esistenza di un’area abbastanza estesa di industrie a strumenti a dorso, la cui origine è ancora sconosciuta.  

 

Molodoviano (sito di Iorjnitsa, Moldavia). 1-2: punte a dorso, 3-5: grattatoi, 6: punta foliata, 7: lama ritoccata, 8: bulino (da Broglio-Kozlowski 1986, p. 256)

 

Nella grotta d’Asprochaliko (Epiro) è stata rinvenuta la più antica industria a strumenti a dorso dei Balcani. Il terminus ante quem per le industrie degli strati 10-12 è di 26000 ± 900 anni dal presente.  

 

. Scheggiatura

 

Struttura tipologica

 

Strumenti a dorso

 

Strumenti d'osso - Arte - Ornamenti
Gruppo di Bodrogkeresztur

Nuclei a lame ad un piano di percussione

Grattatoi 26%

Bulini 21%

Raschiatoi, denticolati, schegge ritoccate 17%

Lame ritoccate 16%

Pezzi a dorso 9%

Troncature 1%

 

Lamelle a dorso con ritocco inverso piatto alle estremità

Rettangoli a ritocco erto marginale inverso

Rettangoli ottenuti mediante ritocco erto

Lamelle a cran

 

Ciottolo piatto con incisioni lungo il margine

 

 

 

 

 

Molodoviano a pezzi foliati

Nuclei a lame a globo a due piani di percussione

Grattatoi 16-39%

Bulini 16-39%

Lame ritoccate 27-28%

Pezzi a dorso 4-13%

Punte foliate 1%

 

Punte a dorso subrettilineo

Lamelle a dorso

 

Manici in corno di renna

Punteruoli

 

 

 

 

 

 

 

Gruppo di Cracovia- Zwierzyniec e Korpac

Lame ricavate da nuclei a uno e a due piani di percussione

Grattatoi, bulini, lame ritoccate, troncature, pezzi a dorso

Probabilmente punte foliate di aspetto szeletiano e raschiatoi

Lame a dorso curve

 

 

 

 

 

 

Gruppo di Asprochaliko

Prodotti e nuclei inediti

Bulini, grattatoi, schegge ritoccate, pezzi a dorso

Lame a dorso marginale

Lamelle a dorso

Lamelle a dorso e troncatura

Lamelle a due dorsi

 

 

Fonte:

Broglio A. - Kozlowski J., Il Paleolitico – Uomo, ambiente e culture, Jaca Book, Milano 1986 , pp. 238-269

Cocchi Genik D., Manuale di Preistoria, Paleolitico e Mesolitico, volume I, Octavo, Firenze 1994 , pp. 175-180

 

 


Cronologia-Sommario

Sommario

Europa. Fase antica, Aurignaziano