Chiesa di San
Vitale
Località:
Torrone
Distanza da Cingoli:
6 Km
Coordinate
(google maps):
43°22'57.63"N 13°16'10.48"E
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Chiesa di S. Vitale (foto del 24/5/2014) |
L'edificio è probabilmente da
identificare con un ambiente di incerta destinazione appartenuto
all’antico castello di S. Vitale
(1) adattato a chiesa in seguito al
trasferimento, all’interno del castello, del titolo di S. Vitale che
apparteneva alla vicina pieve.
In
una relazione del 16 agosto del 1960 lo studioso cingolano don Adriano Pennacchioni
così descriveva gli affreschi che decoravano le pareti interne
dell'edificio: "uno era posto
nella parete interna della facciata a destra della porta, le figure
erano abrasate, appena percettibili a causa della collocazione in quell'angolo
della corda della campana, che, durante l'uso picchiava la parete
rovinando la composizione pittorica: una crocefissione con ai lati la
Vergine e S. Giovanni.
Un
altro, situato poco distante, raffigurava S. Antonio Abate con la campanella
recante il libro in mano e sul mantello aveva il segno della Tau greca. Nella
parete destra ve n'era ancora un'altro con la Vergine e il Bambino. Dallo stile
stimai, forse superficialmente, che fossero figure dipinte alla maniera della
scuola dei Salimbeni di S. Severino, avendole confrontate con l'affresco che era
nella chiesa di S. Domenico e che ora, riportato in tela, sta presso la
Soprintendenza di Urbino per restauro. Di queste figure non esistono le foto ne
altra descrizione"
(2).
Purtroppo,
di questi affreschi non resta più traccia; come sostiene infatti il
Pennacchioni, in seguito al restauro del 1976, condotto
da "muratori e manovali del tutto impreparati architettonicamente e
artisticamente"
(3), venne rimosso l'intonaco delle pareti e con esso gli
affreschi. Dettagliata e minuziosa è la descrizione della chiesa che ci dà lo
stesso Pennacchioni:
"la
chiesa ha la forma rettangolare ad unica navata di m. 6,30 di larghezza e 12 di
lunghezza. Il tetto a due spioventi è a vista con le strutture portanti a
capriate, formate da travi di legno colleganti insieme i listelli, che
sorreggono le pianelle in cotto ove poggiano i coppi della copertura esterna.
Nelle
pareti si aprono cinque porte di misura diversa. Nella parete ad est due di esse
sono piccole con cornici lisce e molto semplici fatte in pietra; nella parte
superiore alla porticella, che si trova presso la parete della facciata, vi è
una finestra quadrata di epoca posteriore.
Nella
parete ovest si aprono altre due porte di dimensioni regolari con cornici di
pietra levigata. Corrispondente a quella della parete est è stata aperta
un'altra finestra quadrata di epoca posteriore. Nella stessa parete, presso
l'altare, rimane la stretta e
piccola monofora dell'epoca, con il suo strombo rettangolare interno, al
termine del quale è stato cementato un vetro per il passaggio della luce.
La parete di fondo è lineare e nuda e vi è stata posta, in tempi
moderni, una semplice ed austera croce.
Nella
parete sinistra vi sono ornati in cotto di una porticella ora chiusa, che
metteva in comunicazione con la casa retrostante.
L'altare dell'epoca, trasportato nel mezzo del presbiterio, è composto
di una lastra assai spessa di pietra, sorretta da un tronco di colonna, anche
questa di pietra di agglomerato rosa, chiamato comunemente brecciato, materiale
adoperato in Cingoli nei tempi romani e nel primo medio evo, per la costruzione
di edifici pubblici civili e religiosi. Della stessa forma sono gli altari di S.
Paterniano, ora in S. Nicolò e di S. Lorenzo, chiese dell'epoca romanica.
Nella parte sud vi è la porta principale di accesso alla chiesa,
sormontata da una bifora a doppio strombo del secolo XIII circa. Il pavimento
totalmente rifatto è in cotto rosso a mattoni rettangolari.
L'altezza delle pareti interne misura m. 6 e 7 nel culmino del tetto.
Se
il restauro ultimo ci ha privato degli affreschi, ha avuto però il merito di
averci fatto scoprire che in origine l'interno di questa chiesa era diverso;
infatti nelle due pareti nord e sud sono
ben visibili tracce di linee di archi acuti, che testimoniano come
il fabbricato originalmente avesse il soffitto costruito con strutture
romanico-ogivali, simili a quelle che si trovano in San Esuperanzio
e nella chiesa dell'abazia dei Santi Quattro Coronati (XI
circa), di S. Sergio in Valcampana (Grottaccia): con arconi cioè
reggenti il tetto a vista, oppure era a volta a vela come in S.
Nicolò (1218) o a volta reale come in S. Bonfilio (1253).
Con
il restauro suddetto sono state riaperte le porticine delle pareti
di est e di ovest, chiuse quando la chiesa in tempo imprecisato venne ricoperta
dalla strato di materiale cementizio ed intonacata
con calce (sec. XV ?). I fornici liberati dal materiale aggiunto,
hanno evidenziato lo spessore del muro che misura 1,20
m.
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Chiesa di S.
Vitale, particolari della parete ovest (foto del 24/5/2014) |
L'esterno
del fabbricato è interessante per la varietà delle parti
della costruzione che lo compongono. E' stato innalzato con l'asse
maggiore orientato nord-sud perché la parete di fondo della navata
è a nord e la porta di accesso è a sud. Il
tetto a due spioventi e ricoperto di coppi, appena prospicienti nelle parti che
formano la grondaia.
La
facciata è a pietra squadrata in grezzo, affatto carente di materiale in cotto.
Nella parte in alto, sotto il tetto, sia a destra che a sinistra si notano
tracce, che delineano l'arco acuto già menzionato e che ritroviamo più precise
nella parete interna. La porta di accesso è molto semplice con stipiti formati
da pietre ben squadrate e levigate senza alcun ornamento; è una apertura
realizzata in tempi posteriori alla costruzione primitiva, essendo l'architrave
formato dalla soglia della bifora soprastante e costruito con una decina di
pietre cementate insieme. La finestrina preceduta dallo strombo esterno è in
pietra arenaria ed è a forma di bifora mancante dalla colonnina mediana. Il
pennacchio centrale è ornato da un fiore a sei punte con foglie lanciolate,
racchiuso in piccola cornice rotonda graffita nella pietra.
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Chiesa di S.
Vitale, finestra della facciata (foto del 24/5/2014) |
Salendo
tre gradini costruiti con molteplici pietre, si raggiunge la soglia della porta,
che ha ai lati due tronconi di colonne, mentre altre due si trovano negli
spigoli della facciata, materiale di ricupero trovato nelle vicinanze. Gli
spigoli sono formati di pietre
levigate; nella sommità è stato costruito in epoca posteriore il campanile a
vela con l'unica campana.
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Chiesa di S.
Vitale, parete est (foto del 24/5/2014) |
La parete di
est è stata costruita alla stessa maniera e con lo stesso
materiale della facciata. In essa ci sono due piccole porte dissimili,
ornate con l'arco di pietra levigata. Quella verso sud è più
grande di quella a nord: ambedue erano porte secondarie e di
servizio. Sopra la porta a sud, nei
secoli successivi è stata aperta una finestra
quadrata ove compare il mattone cotto. Questa parete misura
circa 14,50 m.
La parete ovest è quella che sempre ha attirato l'attenzione e
l'interesse maggiori degli studiosi della storia e dell'arte di Cingoli
per i singolari ornamenti che vi si scorgono. Come
la parete posta ad est anche questa, misura m. 14,50, ma
a differenza delle altre, è in conci di pietra arenaria levigata e
posti a file regolari. Nella sommità lo spiovente dei coppi è sorretto
da una cornice pulvinare. Le due porte che sono nel centro
della parete sono vicine e ben ampie, come se fossero state in origine le
principali. Una ha l'arco acuto, l'altra
a tutto sesto e le cornici sono fatte
in pietra semplice, con spigoli smussati e ornali da viticcio filiforme,
caratteristico nell'epoca romanica. Due finestre disuguali permettono
alla luce del pomeriggio di filtrare nella chiesa. La più grande è
simile a quella aperta nella parete est in epoca successiva ed è a
quella corrispondente; cosi pure vi compare il mattone cotto. Presso lo
spigolo a nord vi è la monofora vicina alla figura del cavaliere ed è
contemporanea alla costruzione dello stabile"
(4).
Come
giustamente osservava il Pennacchioni è la parete esterna di sinistra che
attira sicuramente l'attenzione per la presenza di sei nicchie,
abbellite da semplici cornici a più listelli, ciascuna contenente un
altorilievo raffigurante un santo. Per le dimensioni ridotte e per la
sommarietà dell’esecuzione le immagini sono popolarmente denominate mammocci
(bambocci). I corpi raccorciati, le movenze rudimentali, il panneggio
rigido e sollevato ad arco per mostrare i piedi, l’espressione
attonita ne fanno simpatici esempi di arte romanica piuttosto primitiva
(5).
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Chiesa di S.
Vitale, parete ovest (foto
del 4/9/2011) |
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Chiesa di S.
Vitale, parete ovest (foto
del 4/9/2011) |
Gli
altorilievi di S. Vitale (foto
del 28/12/2003)
La prima
figura rappresenta un
asceta aureolato con le mani elevate, vestito di pelle di pecora.
Probabilmente trattasi di S. Giovanni Battista predicante
l'avvento del Cristo.
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La seconda
figura non ha
un'identità precisa, per gli scarsi elementi che ci sono forniti dalla
composizione. La figura si presenta molto corrosa nelle sue parti
principali e non assicura una veritiera interpretazione.
La formella, su
cui è stato scolpito il rilievo, è più piccola dell'alveo che la
contiene, per cui è stato necessario aggiungere elementi in pietra che
la incastonasse nel fondo.
La figura rappresentata sembra un personaggio
posto dietro un quadrupede. Alcuni hanno voluto riconoscervi la figura
di S. Giorgio a cavallo. Non è escluso che possa trattarsi di
un'immagine votiva pagana |
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Localizzata fra le due porte e
posta al livello più basso delle altre, sta la terza figura: la Vergine seduta in trono con il manto che le ricopre il
capo e scende a pieghe a coprirle le ginocchia su cui è assise il
Bambino Gesù.
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La quarta figura ha
una cornice ben adornata e più ricca delle altre, il personaggio
rappresenta un vescovo o un sommo pontefice dinanzi al trono, vestito
dei paramenti sacri pontificali. Ha il capo coperto dalla mitra, con le
vimpe che si scorgono poggiami sulle spalle, ove appare il pallio
ricamato di figure geometriche e roselline broccate sopra la casula
episcopale.
Le mani sono coperte dai guanti e con la sinistra impugna il
pastorale mentre si osserva in essa un grosso anello. Sia per gli ornati
e sia per la persona raffigurata è da pensare che si tratti della
statua di S. Clemente Papa a cui era dedicata la chiesa del castello di
S. Vitale: Jacopo Cappellano Ecclesie S. Clementis de Castro S.
Vitalis
(6).
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Nella nicchia seguente entro una
cornice molto semplice, sta la quinta figura
che rappresenta l'immagine di un santo non facilmente
identificabile poiché manca di ogni segno che lo distingua. Indossa una
tunica in atteggiamento di preghiera con le mani giunte.
Alcuni vi
scorgono la figura di S. Vitale.
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La cornice che abbellisce la sesta figura
è anch'essa ricca, come quella di S. Giovanni Battista
e racchiude la statua di un monaco ben riconoscibile per la cocolla
benedettina a pieghe che lo ricopre ampiamente fino ai piedi. Il suo
gesto benedicente lo fa riconoscere per un santo abate per l'aureola che
gli circonda il capo rasato.
Potrebbe essere l'immagine di S. Benedetto
o di S. Romualdo o di S. Pier Damiani santi molto conosciuti ed onorati
nei dintorni per la presenza dell'ordine benedettino camaldolese della
riforma di S. Pier Damiano a Fonte Avellana. |
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Eccetto una, tutte le figure sono
state eseguite dalla stessa mano. Lo scultore ha espresso in esse la sua
arte in maniera primitiva e semplice, anche se le figure sono pervase da
un profondo spirito contemplativo, testimoniato dall'immobilità del
comportamento e dalla fissità dei volti, senza accenno di alcun
movimento e con le mani in stato di contemplazione. Solo nella seconda
nicchia, ove compare il quadrupede, si ha una composizione più viva e
movimentata, ma purtroppo lo stato precario in cui si trova non dà
elementi sufficienti per un più approfondito ragionamento; per questo
suo tipo espressivo e per gli altri rilievi accennati sopra, questa
composizione è stata eseguita da mano diversa delle altre
(7).
(1) O. Avicenna, Memorie della
Città di Cingoli, Jesi 1644, p. 19 e Archivio dell’Insigne
Collegiata di S. Esuperanzio, Cartella 1, Ms. di N. Vannucci, c.
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castello di S. Vitale
(2) A. Pennacchioni,
La chiesa di San Vitale del Torrone a Cingoli, in "Studia
Picena", 48 (1982-1983), fasc. I-II, p.
180
(3) A. Pennacchioni,
La chiesa di San Vitale del Torrone a Cingoli, cit., pp. 179-180
(4)
A. Pennacchioni,
La chiesa di San Vitale del Torrone a Cingoli, cit., pp. 180-183
(5) P.
Appignanesi, Guida della città e del territorio, in Cingoli.
Natura Arte Storia Costume, Cingoli 1994, p. 122
(6) P. Sella (a cura di), Rationes
decimarum Italiane nei secoli XIII e XVI, Marchia, Città del
Vaticano 1950, (Studi e Testi, 148), nn.
3815, 4123
(7)
Per
la descrizione degli altorilievi: A. Pennacchioni,
La chiesa di San Vitale del Torrone a Cingoli, cit., pp.
183-185; P.
Appignanesi, Guida della città e del territorio,cit.,
p. 122
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