"Nella produzione dialettale dei secoli XV e XVI Cingoli ha un posto notevolissimo: occorrono infatti ricordare non solo i nomi di Belisario da Cingoli e di Benedetto da Cingoli, soprannominato addirittura “il Piceno”, autori di composizioni dal frequente sapore dialettale, ma anche i quattro sonetti in dialetto cingolano conservati nella Biblioteca Vaticana, sonetti probabilmente riferibili al XV secolo.

Il primo di essi (1) esalta Cingoli posta nel mezzo della Marca:

 

“Cingulo cinto egli è como resona,

tra colli, valle e poggi in co’ de on monte

nel mezzo della Marcha”,  

 

ed è la prima città che il sole illumini nel suo sorgere:

 

“ne la Marcha de Ancona è il primo segno

ove so raggi splende el vivo sole,

quando nel mundo surge loro spira;

fino a la presa del celeste regnio

per voluntà de Dio che cusì vole

sempre che per seren se roti gira”.

 

Ed il sonetto caudato finisce ricordando un detto che è vivo ancora oggi: “Pensa che a Cingoli non è notte ancora”.

Oltre ai sonetti conservati nella Biblioteca Vaticana è opportuno ricordare le “mattinate”, “ottave” e “cantate” conservate presso la Biblioteca Comunale di Macerata, quasi tutte pubblicate da Filippo Raffaelli e risalenti, forse, al quattrocento; seguono poi le “Ottave alla cingolana ridicolose et belle fatte da un cingolano”, edite da Severino Ferrari, scolaro del Carducci e amico del Pascoli.

E Cingoli dovette assurgere, quanto a manifestazioni letterarie del suo dialetto, a notevole importanza, se in altri centri della provincia si poetava alla maniera di Cingoli, come dimostrano le “Ottave fatte alla cingulana da Ottavio Ferri da Macerata” della metà del XVI secolo e le commedie “scritte alla cingulana” dal maceratese Francesco Domenico Borrocci (2) che ebbero notevole voga fra la fine del cinquecento e i primi decenni del seicento" (3).

Il Borrocci, secondo quanto riporta un codice del cinquecento conservato nella Biblioteca Comunale di Macerata, componeva commedie dialettali dette "Intervenute" o, dal nome dell'autore, "Borrocciate". Fra le sue commedie si ricorda anche la "Commedia del signor Franco Borrocci, detta l'Intervenuta, ricitata l'anno 1591" (4). Il Crocioni identifica in Borrocci l'autore della commedia "L'intervenuta ridicolosa", che lui stesso dà alle stampe agli inizi del XX secolo (5).

 


(1) Il sonetto dovrebbe appartenere a Benedetto da Cingoli: S. Baldoncini, Elementi di tradizione popolare e vita quotidiana in alcuni testi letterari del Maceratese, "Studi Maceratesi" 31, Macerata 1997, p. 582

(2) Il Borrocci ricoprì a Macerata le cariche di priore e capitano; è lecito supporre che sia originario di Macerata anziché di Cingoli: G. Mastrangelo Latini, Riflessi di vita quotidiana nelle Intervenute del Borrocci, "Studi Maceratesi" 31, Macerata 1997, p. 592

(3) D. Cecchi, Le più antiche testimonianze letterarie dei dialetti marchigiani, in “Corriere Cingolano”, n. 7 (novembre 1966), pp. 11-12 

(4) G. Crocioni (a cura di), "L'intervenuta ridicolosa" - commedia in dialetto di Cingoli (1606), Torino 1903, pp. 3-4

(5) G. Crocioni (a cura di), "L'intervenuta ridicolosa", cit., p. 4. In realtà le due commedie sono scritte in dialetti diversi, in "volgare cittadino maceratese" l'Intervenuta e in dialetto cingolano l'Intervenuta ridicolosa: G. Mastrangelo Latini, Riflessi di vita quotidiana nelle Intervenute del Borrocci, "Studi Maceratesi" 31, Macerata 1997, p. 591

 

 


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